2014-02-01 L’Osservatore Romano

Buttati giù dal letto tutti corrono per strada. Ancora è notte fonda. Indossano la sola camicia e la papalina. Uomini e donne, bambini e vecchine, stanno col cero in mano e sciamano ovunque. Anche il vescovo è con loro. E poi il sindaco.

Ecco, Agata. Sacra ancor prima che santa. Catania la venera e il presagio delle sue virtù comincia già dal 246, anno della sua nascita, imperante Decio, al tempo di Quinziano. Proconsole di Roma, Quinziano fu l’uomo che le rivolse — mai ricambiato — l’amore e il desiderio carnale fino ad affidarla alla lascivia di due gran dame e di Afrodisia, una cortigiana, affinché ne corrompessero le virtù, ma invano. Questo amore mai corrisposto lo raccontò in una tragedia Antonio Aniante. Quinziano, appunto. Un’opera degli anni Trenta, un innesto d’avanguardia nel solido ceppo dell’agiografia affidata a Turi Giordano, un attore.

Piero della Francesca, «Sant’Agata» (XV secolo)

Ecco, Agata. Ragazza di grande educazione, coltivata secondo i costumi dell’aristocrazia che la seguì fin tra le braci della tortura per sostenerne il respiro e farle proclamare, al modo di un hidalgo, «io non sono solo libera di nascita ma provengo da alto lignaggio».

Vestita di solida ricchezza parlò innanzi alle autorità del palazzo pretorio. E, con la consapevolezza del proprio rango, aggiunse: «Così come a tutti voi è noto essendo qui presente tutta la mia nobile parentela».

Agata il cui nome è tra i più antichi nel martirologio della Chiesa ortodossa e di Santa Romana Chiesa ebbe a patire il tormento mentre una mano, pietosa, ne protesse il pudore coprendola con un velo che ancora oggi — nel 2014 — riesce a placare la fornace di Etna, sempre pronta a inghiottire la città. Nel 252, un anno dopo la morte (che avvenne il 5 febbraio, la data in cui la celebriamo), dal cratere del vulcano traboccò la lava fino a farsi largo tra le case. Fu quel velo a fermarne la corsa. Lo stesso miracolo si ripetè nel 1886. Si aprì nel cono una nuova bocca e lava precipitò cercando facile via nella discesa.

Era il 24 maggio e il cardinale Dusmet saliva da Catania in processione, lungo la stessa traiettoria. Aveva con sé il velo e tutta quella morte rovente ebbe a fermarsi contro ogni legge di gravità e lì si spense. Un altare, ancora oggi, lo ricorda. Condotto in processione, il velo protesse il popolo dal tremendo terremoto del 1169. E così dalla peste, dalla furia saracena che solo nella costa catanese — temendo di offendere Agata — fermò le stragi e i saccheggi; Federico ii di Svevia, pronto a mettere a ferro e fuoco Catania, acconsentì che venisse celebrata un’ultima messa in onore di Agata, presenziò egli stesso ma — leggenda vuole — sul suo breviario ebbe a leggere un monito e la risparmiò. Noli offendere patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est.

Non si è mai dato un istante in cui Catania sia stata orba di Agata e quando gli americani, dalle loro fortezze aeree, nel luglio del 1943 bombardarono minuziosamente ogni angolo, perfino gli ospedali, ebbero a trovare come unico scudo, messo a far da contraerea, quel velo. E fu quel velo che seppe poi tenerli lontani e fu così che le sacre, più che sante, reliquie non diventarono allora maceria tra le macerie.

Agata il cui segnacolo è un’autorità regale chiama a sé gli angeli e il blu dei cieli per attestare l’unicità di Dio. Santa protettrice di Palermo che la onora ai Quattro Canti, il vertice dei quattro quartieri della felicissima caput regni et sedes regis, dunque accanto ai quattro re e alle altre sante — Cristina, Ninfa e Oliva — Agata è patrona di Catania che diventa magma ai suoi piedi.

Tutti sono buttati giù dal letto e tutto quello squagliare di fuoco — ciascuno con la candela — trasforma le strade, da nere che sono, scure di pietra lavica, in un impasto di chiarore e devozione. Più sacra che santa, Agata di Catania fa propri gli attributi di Iside, la divinità remota del Mediterraneo sacro. La religione è propriamente re-ligere, il legare insieme il tempo e i luoghi, le anime e l’eterno.

Ecco, Agata. È vergine e martire. Bella di ogni bellezza — nel culto tributatole ancora quale patrona etnea, di Galatea, di Gallipoli, di Malta e della libera Repubblica di San Marino — Agata conferma tutto ciò che la dea votata alla fede in Horus, il Rinato, ha già profuso nei millenni: fare uguale il potere delle donne e degli uomini. E fare della luna un vivo sole, fare dell’affanno una consolazione e così trasformare la tomba in un infinito sublime dove l’ex voto di un bambino scampato a un cancro fulminante convive col bisogno — per un padre di famiglia — di vedere stabilizzato il proprio contratto di precario presso la Regione siciliana.

Tutto uno scambio di preghiera e misericordia tangibile già agli angoli, di fronte al mare, dove tutti — vestiti nel sacco della notte, con il cappelluccio nero in testa — nella edificazione delle edicole votive e poi nell’uscire per strada, invocandone la presenza, replicano la chiamata del 17 agosto 1126 quando Gilberto e Goselmo, due soldati, riuscirono a riportare le carni di Agata trafugate a Costantinopoli nel 1040.

Tutto si ripete e l’intera municipalità è in pigiama, insomma: i cittadini tutti accorrono alla notizia. Pure i mafiosi. Ma questi l’aspettano per farsene vanto, costringono il fercolo a una sosta sotto il balcone della loro casa. Accade che la notte del 4 febbraio 1993, nei pressi di via Plebiscito, un malacarne volle fermare per proprio orgoglio una delle dodici candelore e così magnificare l’istante di presenza di Agata. Solo che padre Alfio Spampinato, cappellano militare della Folgore, nell’amministrare una benedizione con tanto di segno di croce assestò un ceffone sul volto del prepotente per farlo inginocchiare e lasciare camminare i devoti, liberi finalmente di pagare pegno alla prepotenza e proseguire, tra ceri e cori, nella festa agatina.

Tutto uno scambio di mondi e di epoche, ancora oggi. Nel trionfo del suo simulacro, florido di vita, nell’orgoglio del seno Iside portava conforto alle genti. Dalle sabbie d’Egitto fino al tempio eretto in suo onore dalle vergini di Benevento, sotto Diocleziano, Iside — condotta in trionfo — faceva pappa del suo stesso corpo mistico nel segno della dolcezza di un seno moltiplicato nella felicità di dare vita. Come dà vita quell’idea di gastronomia diventata poi, con Giuseppina Torregrossa, Il Cunto delle Minne: i pasticcini di Catania, fatti a forma di seni, con i capezzoli di marzapane. Quelli che vengono regalati dalle nonne alle ragazze. E sempre due di due. Iside abitò il culto di Demetra, quindi ebbe trasfigurazione nella Vergine — ebbe l’infante tra le braccia — e così Agata, come l’archetipo, è resa sovrana da san Pietro che la visitò in carcere per recarle conforto prima che le venissero estirpate le mammelle.

Incoronata, Agata è assisa nella gloria della fede in Cristo, il Risorto, e perciò procuratrice per i devoti di copiose benedizioni e intercessioni presso Iddio, il termine ultimo di un dominio dove quelle stesse maree, i sommovimenti della crosta terrestre e, non ultimi, gli incubi, vengono capovolti in sogni; in declivi sovrabbondanti di ginestre — quella terra, come quando le piante bucano la pietra — e poi ancora in fragrante schiuma il cui rumoreggiare, nelle onde, ripete la preghiera di Agata.

Giornalista e scrittore, Pietrangelo Buttafuoco (Catania, 1963) scrive per «Il Foglio» e «la Repubblica». Tra i suoi libri, Le uova del drago (2005), L’ultima del diavolo (2008), Il lupo e la luna (2011), Fuochi (2012), Il dolore pazzo dell’amore (2013).

“E’ finito il sogno dell’acqua pubblica in Sicilia. La Regione ha comunicato che non resisterà all’impugnativa.” E’ il comunicato stampa del M5S Sicilia pubblicato sul sito web del movimento , che non lascia scampo ad alcuna interpretazione.Trizzino: “Lo ha appena annunciato l’assessore Contrafatto in commissione Ambiente, non c’è nessuna costituzione di fronte alla Corte costituzionale per difendere la legge sull’acqua pubblica. È un fatto di una gravità inaudita che vanifica anni di lavoro” “Finisce il sogno dell’acqua pubblica in Sicilia. L’assessore Contrafatto – continua il comunicato stampa - ha annunciato oggi in commissione Ambiente che la Regione non si è costituita davanti alla Corte costituzionale per difendere la legge varata dall’Ars. E’ un fatto di una gravità inaudita, che vanifica anni di lavoro e mortifica le aspirazioni dei cittadini che col referendum avevano dato un’indicazione inequivocabile”.Giampiero Trizzino, ex presidente 5Stelle della commissione Ambiente che assieme a Valentina Palmeri ha coordinato i lavori della riforma, commenta con stizza l’inqualificabile comportamento della Regione che “ancora una volta calpesta le aspirazioni dei siciliani”.“In seguito a questa affermazione – dice – in commissione è scoppiato il finimondo e ce n’erano tutte le ragioni. Anni di lavoro buttati a mare a causa di una decisione onestamente incomprensibile”.“E’ la conferma – sostiene Valentina Palmeri – che non c’è la volontà politica di regolamentare il settore dell’acqua in Sicilia e di mettere mano al sistema di potere che controlla il settore grazie all’attuale deregulation. Un fatto che va imputato non solo al governo, ma anche alla maggioranza che lo sostiene”.

Roma, 2 feb. (askanews) - Non solo la legge sul fumo, oggi entra in vigore anche il collegato ambientale e tra l'altro scattano sanzioni fino a 300 euro per prevenire e combattere l'abbandono di rifiuti di piccolissime dimensioni, dagli scontrini ai fazzoletti di carta fino alle gomme da masticare ma anche il divieto di disperdere nell'ambiente mozziconi prodotti da fumo e piccoli rifiuti. Lo ricorda la Coldiretti nel sottolineare gli effetti dell'entrata in vigore delle "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali", con le quali nasce peraltro il nuovo marchio Green Made in Italy per promuovere la sostenibilità ambientale dei prodotti nazionali, in un paese in cui secondo la Coldiretti le imprese della green economy sono circa 120 mila e producono circa il 10% del valore aggiunto delle imprese italiane. Per mantenere piu' pulite le città parte l'obbligo per i Comuni di installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo ma scattano anche - sottolinea la Coldiretti - multe che vanno da trenta euro a centocinquanta per l'abbandono di piccoli rifiuti ma se l'abbandono riguarda prodotti del fumo la sanzione è aumentata fino a 300 al doppio. Con il provvedimento si promuove - continua la Coldiretti - una vera svolta green per l'Italia con misure di rilevanti che vanno dalla lotta all'inquinamento nelle città con il sostegno alla mobilità sostenibile alla promozione di appalti piu' verdi nella pubblica amministrazione ma anche la lotta agli sprechi con il riciclo delle bottiglie, il sostegno alle energie alternative e gli incentivi alle imprese per la riduzione dei rifiuti. int4

l successo che sta riscuotendo la mostra Chagall. Love and Life, ospitata al Castello Ursino di Catania e le tante richieste per ammirare i 140 lavori di Marc Chagall, hanno portato gli organizzatori a prorogare la chiusura (inizialmente prevista il 14 febbraio) al 3 aprile 2016. La mostra “Chagall. Love and Life”, dal giorno della sua apertura al pubblico ha registrato il gradimento dei siciliani, di visitatori provenienti dalla vicina Calabria e di un numero di turisti che hanno “invaso” le sale dell’antico maniero federiciano. Numerosi sono stati anche gli studenti delle scuole dell’Isola che si sono fatti contagiare dall’estro di Chagall. Già superati (dati aggiornati al 17 gennaio) i 63.000 visitatori.

Continuano le iniziative speciali. Per tutto il periodo di mostra, tutti gli studenti universitari (senza limiti di età) pagheranno un biglietto di 4 euro, presentando in biglietteria il tesserino universitario (o copia delle tasse) valido per l’anno accademico in corso. Il 14 febbraio tutti gli innamorati come Marc e Belle, entreranno in mostra con il 2×1 (1 biglietto intero e 1 biglietto omaggio).

Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da Arthemisia Group, in collaborazione con l’Israel Museum nelle sale del Castello Ursino dal 18 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016.

Le 8 sezioni tematiche della mostra disegnano una mappa artistica e spirituale complessa e caleidoscopica che sta a fondamento del profilo apolide dell’artista; l’originalissima lingua poetica di Chagall nasce infatti dall’assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori dellatradizione, da Rembrandt agli artisti delle avanguardie che frequenta 

In questo strano inverno fatto di freddo e neve, e di giornate quasi primaverili, Nzèmmula torna puntuale a Febbraio, Domenica 7, alle ore 8.30. “Anche con la nostra spesa BIO & Km0 possiamo dare un contributo tangibile che parla di rispetto dell’ambiente – invitano gli organizzatori- I prodotti BIO & Km0 fanno bene alla nostra salute ed a quella del nostro mondo, e sono anche buonissimi, Vi aspettiamo in Piazza Municipio a Belpasso (CT) per il quinto appuntamento con NZÈMMULA,ogni prima Domenica del mese!
NZÈMMULA – Mercatino BIO e a Km 0 – nasce dalla volontà dell’Associazione Arci Futuro Belpasso e dell’Associazione Pro Loco Belpasso di promuovere e diffondere il principio di un consumo critico, attento all’ambiente e alla salute degli esseri viventi.
Scopo del mercatino è incentivare il recupero di un rapporto più sano e consapevole con l’ambiente e la storia del territorio per mezzo della riscoperta di un tempo naturale e del contatto diretto con le materie prime e con i produttori delle stesse.
Per queste ragioni ampio spazio è dedicato alle produzioni biologiche, ai manufatti realizzati attraverso materiali riciclati ed eco-sostenibili e in linea con i principi dello sviluppo sostenibile.
L’attività del mercato, inoltre, muove da premesse volte alla rivalutazione dell’agricoltura e dell’artigianato locale nonché del recupero e della salvaguardia delle tradizioni attraverso attività ludo-didattiche come mostre e laboratori. Non ultimo, il mercatino ha lo scopo di riqualificare spazi urbani oggi caduti in disuso, o non adeguatamente valorizzati, e di incentivare lo sviluppo locale.

Arci Futuro Belpasso nasce alla fine degli anni ’80 dall’impegno dei primi soci nel campo della cultura e della cittadinanza attiva. L’associazione si ricostituisce nel 2014 nella sede di via XII traversa 69 riprendendo la sua attività con il coinvolgimento di vecchi e nuovi soci. Oggi l’Arci Futuro Belpasso conta più di cinquanta iscritti e rappresenta una realtà operante sul territorio, che si distingue per il suo impegno sociale e culturale.

Il totale dei Fondi di sviluppo e coesione per la Sicilia ammonta a 8 miliardi di euro, ma il 'Patto per la Sicilia', frutto di un difficile lavoro di selezione operato dagli uffici regionali, non riesce ad assorbire più di 3,2 miliardi di quota regionale Fsc e il totale delle opere inserite nell'elenco pluriennale non arriva a richiedere tutti gli 8 miliardi disponibili, si fermerebbe a 5 miliardi". È quanto afferma il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, che, cogliendo l'occasione della riscrittura del "Patto" ottenuta dalla commissione Bilancio dell'Ars ad opera del Governo regionale, ha chiesto un incontro al presidente della commissione, Vincenzo Vinciullo, per presentare un elenco di progetti "immediatamente cantierabili da aggiungere al 'Patto per la Sicilia' al fine - spiega - di utilizzare in pieno la dotazione finanziaria per la Sicilia. Obiettivo per il quale, in generale nei confronti di Roma e Bruxelles, la politica deve passare dal timore reverenziale di 'non disturbare il conducente' ad una maggiore ambizione. Visto che i fondi europei adesso escludono quasi del tutto il finanziamento di infrastrutture, il 'Patto per la Sicilia' è l'ultima carta che resta da giocare per i prossimi anni".
Durante l'audizione Cutrone intende chiedere inoltre alla commissione "di inserire nella Legge di Stabilità misure perché siano bandite al più presto tutte le gare d'appalto dei progetti cantierabili, il cui valore stimato dall'Ance Sicilia è di 3,7 miliardi di euro, e di razionalizzare le risorse per potenziare l'attività degli Uffici regionali gare e velocizzare le procedure di aggiudicazione degli appalti".
Il monitoraggio dell'Ance Sicilia ha riscontrato che su 307 gare d'appalto bandite nel 2014 per un importo di 356,4 milioni di euro, al 31 ottobre scorso non si aveva più notizia di 155 incanti per 179 milioni; di questi, 33 sono di competenza degli Urega per un importo di 103 milioni di euro, a fronte di 122 gare di competenza degli enti locali per 76 milioni. Relativamente agli importi, negli Urega ad un anno di distanza dall'indizione delle aste si è bloccato più del 50% del budget offerto al mercato nel 2014."Le imprese che partecipano alle gare sono soffocate - denuncia Cutrone - perché per ogni bando devono stipulare polizze provvisorie: tenere tanti incanti bloccati così a lungo fa sì che le aziende abbiano impegnato tutti i castelletti assicurativi e non possano più partecipare ad altre aste". 
Alla lentezza delle stazioni appaltanti nelle aggiudicazioni, rileva ancora l'Ance Sicilia, si somma l'ulteriore crollo dei nuovi bandi di gara pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana nel 2015: sono stati 220 contro i 307 del 2014 (-28,34%) per un importo di 275,7 milioni contro i 356,4 milioni del 2014 (-22,64%). La flessione totale del settore, dal 2007 al 2015, è stata di -71,93% per importi di lavori e di -75,20% per numero di bandi.
(ITALPRESS).

Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%) e ottobre (-0,2%), a novembre 2015 la stima degli occupati cresce dello 0,2% (+36 mila). Tale crescita è determinata dalla componente femminile e dall'aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti mentre calano i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,4%.

La stima dei disoccupati a novembre diminuisce dell'1,6% (-48 mila); il calo riguarda uomini e donne e le persone con meno di 50 anni. Il tasso di disoccupazione, in calo da luglio, diminuisce ancora nell'ultimo mese di 0,2 punti percentuali arrivando all'11,3%.

Dopo la crescita di settembre (+0,5%) e ottobre (+0,3%), a novembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni rimane sostanzialmente stabile, sintesi di un calo delle donne e di una crescita degli uomini. Il tasso di inattività, pari al 36,3%, rimane invariato.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo settembre-novembre 2015 diminuiscono i disoccupati (-4,4%, pari a -134 mila), sono in lieve calo anche le persone occupate (-0,1%, pari a -12 mila), mentre crescono gli inattivi (+0,6%, pari a +88 mila).

Su base annua la disoccupazione registra un forte calo (-14,3%, pari a -479 mila persone in cerca di lavoro), cresce l'occupazione (+0,9%, pari a +206 mila persone occupate), cresce anche l'inattività (+1,0%, pari a +138 mila persone inattive).

Nella nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza dei principali indicatori non destagionalizzati.

ENNA. Anestesisti, ginecologi, neonatologi e anche numerosi primari, destinati a ricoprire i posti rimasti vacanti dopo il pensionamento dei vecchi dirigenti. Sono alcune delle figure professionali che saranno coperte, all’interno dell’azienda sanitaria provinciale ennese, diretta dal manager Giovanna Fidelio, grazie ai concorsi sbloccati dalla Regione, che dovrebbero essere pubblicati nei prossimi mesi.

E si annuncia come una boccata d’ossigeno di portata rivoluzionaria per l’Asp di Enna, che vedrebbe crescere la propria dotazione di personale del 14,2 per cento, per via dell’assunzione di trecento tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ausiliari, ostetrici, ma anche amministrativi (con la stabilizzazione degli ex Lsu). E si raggiungerebbe, in questo modo, quasi il “plenum” dell’organico previsto di 2.100 unità, mentre attualmente i dipendenti dell’Asp sono all’incirca 1.800.

riprendiamo e pubblichiamo dal GdS Enna

Enna. “Se qualcuno pensa che io me ne vada dal Pd se lo può togliere dalla testa. Deve comprare tanto bicarbonato e mi dovrà sopportare ancora per tanto tempo. Non solo non me ne vado ma voglio esercitare ancora una posizione politica, che non sarà più quella fatta fino a poco tempo fa; credo però di poterlo fare anche da una postazione diversa. Se vanno bene le cose su cui sto lavorando spero che ne abbia vantaggio anche la città di Enna. Ma la cosa che non sono più disposto a sopportare è che c’è chi vuole commissariare la Kore e noi facciamo finta di niente quasi a vergognarci. Chi vuole commissariare la Kore è un bandito, chiaro?”. A ripeterlo è stato l’ex sen. Mirello Crisafulli all’assemblea cittadina del Pd. Dunque, il 2016 potrebbe segnare l’anno della svolta e della ripartenza per il Pd ennese che, commissariato dalla segreteria nazionale per presunte irregolarità nella fase preparatoria del congresso provinciale, punta a cambiare rotta con nuove idee e chiede ai vertici del partito il rispetto delle regole, un congresso subito e soprattutto che vi sia ridata la dignità politica che merita. Un aspetto quest’ultimo cui il Pd ennese non è disposto a rinunciare. “C’è un problema che riguarda la dignità di questo partito –dice Crisafulli-. Noi siamo un partito serio che ha prodotto tante azioni; una realtà e un interlocutore privilegiato del corpo elettorale della provincia, l’unica fonte di garanzia e di tutela, in quanto tutti gli altri partiti sono scomparsi e a fronte di tutto ciò abbiamo un dovere in più rispetto ai cittadini”. Riguardo all’esigenza di celebrare un congresso il prima possibile, Crisafulli ha detto: “Io non credo che all’ordine del giorno ci sia una presa di posizione nostra contro il segretario nazionale. Credo però che abbiamo una necessità che è quella di pretendere il rispetto per questa città guardando in particolare la nota che ha sospeso la procedura congressuale. E’ stato nominato un commissario, bene. Ora il commissario ha un compito solo a norma di statuto che è quello di ripristinare l’organo dirigente del partito della provincia di Enna convocando immediatamente il congresso che, per quanto mi riguarda, non può essere spostato oltre la fine di febbraio. Perché noi abbiamo il bisogno di costruire un percorso che possa consentici alla fine di giugno di eleggere il presidente del consorzio dei liberi comuni della provincia di Enna, per titolare il Pd e i suoi alleati a una funzione di guida di tutto il territorio provinciale”. E rivolgendosi a Raciti ha affermato: “Fausto, tu sei il segretario regionale e io ho il dovere di dire con molta chiarezza che o il commissario convoca il congresso subito o noi, entro una settimana, insieme ai segretari di sezione, convochiamo una grande assise provinciale di tutti i democratici della provincia di Enna”. Per quanto riguarda l’allargamento del partito a determinati soggetti politici, alcuni additati come “infami”, Crisafulli ha chiosato: “Ci dicono che dobbiamo allargare; ma abbiamo il 48% dei voti a Enna e il 44% in provincia, quanto dobbiamo allargare? Dove dobbiamo arrivare? Poi la battuta. “Se qualcuno pensa di portare Verdini in provincia di Enna ci penso io perchè sono il più bravo di tutti. Ma questo credo che metterebbe in discussione l’impegno, la sostanza e la natura del partito democratico”. Infine una frecciata chiara ed eloquente all’amministrazione comunale. “E necessario che il gruppo consiliare Pd faccia sentire distintamente la sua voce nei confronti dell’incapacità di questa amministrazione comunale, predisponendo atti che sancisca una differenza tra loro e noi”.

Riprendiamo e pubblichiamo Giacomo Lisacchi per il quotidiano La Sicilia

Riceviamo e pubblichiamo: “Nell’ambito del mio intervento all’assemblea del Partito Democratico ennese ho parlato chiaramente dell’Università Kore e non della Fondazione Kore, nonché della necessità che la stessa sia preservata da qualsiasi tipo di tentativo di condizionamento e, quindi, di commissariamento. Tutto ciò a prescindere da quanto ha riguardato la Fondazione Kore. E’ palese che questo tentativo è stato portato avanti da chi ha operato nella nostra città fino a metà dell’anno

scorso, nel tentativo di ripetere l’esperienza del trasferimento dell’Università in altre sedi, attraverso il suo commissariamento. Tutto ciò rappresenta una sciagura per il nostro territorio, da evitare a tutti i costi”. Vladimiro Crisafulli