Articoli filtrati per data: Gennaio 2025

Quando chiude una pagina di un qualsiasi giornale è sempre un venir meno al diritto all'informazione dei cittadini oltre alla perdita di posti di lavoro. Si aggrava la situazione dei giornalisti del Giornale di Sicilia. Nel piano di contenimento delle spese l’editore aggiunge l’eliminazione di altre pagine provinciali, dopo quelle della Sicilia orientale, che riguardano la cronaca di Enna e Caltanissetta.Per affrontare responsabilmente la sempre più allarmante situazione di crisi del quotidiano palermitano, è stato costituito il Coordinamento dei giornalisti collaboratori del Giornale di Sicilia.

“Il sindacato dei giornalisti considera miope e fuori dalle normali logiche imprenditoriali la modalità intrapresa dall’editore del Giornale di Sicilia di scaricare così drasticamente sui lavoratori la crisi di bilancio”, afferma il segretario regionale Assostampa Sicilia Roberto Ginex, che ha preso parte alla riunione indetta dai giornalisti non dipendenti insieme con la vicesegretaria regionale con delega ai collaboratori Cristina Puglisi. “È inaccettabile che l’attività industriale di editare un quotidiano venga gestita pretendendo di trattare i lavoratori, perché questo sono i collaboratori, come mera zavorra senza valore di cui liberarsi all’occorrenza per riprendere quota. L’identità di un giornale è costituita dal patrimonio culturale del suo corpo redazionale. Redattori e collaboratori – aggiunge Ginex - sono nel loro complesso gli insostituibili garanti nel tempo della continuità di rapporto, negli oltre 160 anni della sua vita, tra il quotidiano palermitano e il suo territorio di riferimento. Il Giornale di Sicilia non ha affatto rami secchi da tagliare nella sua redazione, si assiste piuttosto all’intenzione di continuare ad amputare le radici che lo rendono organismo vivo e riferimento irrinunciabile della nostra comunità”.

“Il modello a breve che si rivela nelle intenzioni della proprietà è quello di condurre l’attività industriale della testata quotidiana con un pugno di giornalisti assunti e una moltitudine di collaboratori sottopagati, inessenziali e intercambiabili”. Così riporta il documento del Coordinamento dei collaboratori del Giornale di Sicilia indirizzato all’Assostampa e al Cdr del quotidiano. “I giornalisti non possono che rivendicare il valore dell’informazione di qualità come diritto del cittadino, che non si può coniugare con la precarizzazione dei lavoratori che ne producono i contenuti. Le vertenze che riguardano i giornalisti non possono essere gestite separatamente tra dipendenti e non dipendenti, essendo il giornale prodotto quotidianamente tanto dai subordinati che dai lavoratori autonomi, anzi prevalentemente da questi ultimi. Non affrontare le crisi aziendali congiuntamente per entrambe le tipologie contrattuali ha finora portato solo ad una continua erosione dei livelli occupazionali, alla mera desertificazione della redazione. Se l’editore del Giornale di Sicilia non dà alcuna garanzia né prospettiva di nuovi posti di lavoro, non può pretendere di mantenere la produzione quantitativa dei contenuti da pubblicare affidandola a giornalisti precari da pagare quanto vuole e quando vuole, senza alcuna garanzia di progressione di compensi, di continuità di lavoro e di welfare. Chiediamo che le istanze dei collaboratori vengano finalmente considerate come integranti ed essenziali in qualsiasi confronto e vertenza tra l’azienda e i lavoratori giornalisti, senza pregiudizio e discriminazione tra subordinati e autonomi. Denunciamo essere conclamato - conclude il Coordinamento dei collaboratori - che l’editore del Giornale di Sicilia non rispetta cronicamente le condizioni per il lavoro autonomo previste dal vigente contratto di lavoro giornalistico e chiediamo pertanto l’intervento urgente di solidarietà e tutela del sindacato dei giornalisti e del comitato di redazione”.

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A dicembre l'occupazione diminuisce dello 0,4% su novembre con un calo di 101.000 unità. Lo rileva l'Istat sulla base dei dati provvisori sottolineando che rispetto a dicembre 2019 si registrano 444.000 occupati in meno (-1,9%).Nel mese si registra un incremento dei disoccupati e degli inattivi. La diminuzione dell'occupazione rispetto a novembre coinvolge le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d'età, con l'unica eccezione degli ultracinquantenni. I livelli di occupazione è inferiore a quello di febbraio 2020 di oltre 420 mila unità.Il tasso di disoccupazione sale a dicembre al 9,0% (+0,2 punti). Anche il tasso tra i giovani cresce e segna un 29,7% (+0,3 punti). I disoccupati complessivi sono 2.257.000 con un aumento di 34.000 unità su novembre e un calo di 222,000 su dicembre 2019. Il dato risente del largo utilizzo della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti oltre che dall'uscita dal mercato del lavoro delle persone che non hanno fiducia nella possibilità di trovare un lavoro. Gli inattivi sono 13.759.000 e crescono di +42.000 unità su novembre e di 482.000 unità su dicembre 2019 (+3,6%).Crollo dell'occupazione indipendente con la pandemia e la crisi economica: a dicembre rileva l'Istat sulla base dei dati provvisori - gli occupati indipendenti sono diminuiti di 79.000 unità rispetto a novembre (su 101.000 occupati in meno complessivi) mentre hanno perso 209.000 unità su dicembre 2019 a fronte di 444.000 occupati in meno totali. Su dicembre 2019 soffre anche il lavoro dipendente a termine con 393.000 occupati in meno mentre i dipendenti permanenti crescono con 158.000 persone al lavoro in più rispetto a dicembre 2019. Quest'ultimo dato è legato al blocco dei licenziamenti e all'utilizzo della cassa integrazione.

FONTE AGENZIA ANSA
   

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Domenica, 31 Gennaio 2021 16:56

Governo. Meglio andare alle elezioni.

In tanti lo pensano , specialmente i leader dei partiti e movimenti . Tranne i cosiddetti peones . Coloro cioè che sanno già di non poter più essere candidati , che poi sono la maggior parte sia alla Camera che al Senato , ma che purtroppo non contano dato che a decidere se andare o meno alle elezioni saranno sempre quei pochi che tirano le fila e che hanno potere verso gli stessi peones e verso i cittadini. L'attuale crisi di Govero oltre che essere incomprensibile è  infame specie nel momento in cui l'Italia balla sia sul piano economico , che sociale e sanitario. La realtà è quella che purtroppo è sotto gli occhi di tutti e cioè le divisioni personali tra protagonisti della politica e soprattutto il voler mettere le mani su quel mucchio di euro che l'Europa ha messo a disposizione dell'Italia per risollevarla soprattutto da una situazione economica senza precedenti dal dopo guerra , seconda solamente al Piano Marshall. A ciò si aggiungano gli interessi dei cosiddetti poteri forti che allargano sempre di più il solco tra interessi economici di pochi e quello che una volta veniva chiamato proletariato. La realtà è che la politica è sempre più lontana dai propri concittadini e sono sempre meno quelle figure storiche di leader che in passato hanno saputo unirsi nonostante le divisioni politiche e mai personali quando era necessario. Meglio andare a votare. piuttosto che assistere ai balletti fiorentini , meglio per tutti votare. Ma è dall'Europa che arrivano le maggiori resistenze . L'eventuale vittoria della destra alle eventuali elezioni anticipate, porrebbe l'Italia in una posizione di disallineamento rispetto agli altri Stati e all'equilibrio della governance europea con conseguenze che potrebbero rivelarsi disastrose che comunque farebbero piacere ai cosiddetti Stati del Nord i quali farebbero a meno - come hanno già dimostrato di fare - di far arrivare così tanti miliardi di Euro in Italia convinti come sono che a tutto potrebbero servire tranne che per lo scopo per i quali sono stati stanziati. Piaccia o no il garante di questo equilibrio è proprio Conte che nei sondaggi viene considerato assieme alla Merkel il leader più popolare in Europa e i sondaggi in Italia lo danno di gran lunga preferito a Salvini. Andare al voto sotto il continuo ricatto del bullo aggraverebbe l'agonia di un Governo che è avversato anche dentro il PD e dagli stessi fuorusciti 5 Stelle. Andare al voto per poter scoprire le carte e vedere , come a poker , anche se ciò che ci riserva il futuro è già scritto e si aspetta solo che sia legittimato. Ci sembra di rileggere la Storia Italiana quando proprio dalla crisi economica e sociale della grande guerra quando a vincere fu l'uomo forte con l'aiuto dei poteri forti che avevano interessi economici per le loro industrie e le banche cui erano azionisti o proprietari. Si sa come è andata a finire ! Come spesso mi accade di dire : " tutto ciò accade oggi o meglio si ripete ma questa volta nello scacchiere politico Italiano e mondiale manca quel Partito Comunista e Socialista che rappresentava il proletariato e equilibrava la borghesia : due classi sociali cioè che assunsero un ruolo importante nel mondo industriale. Oggi quell'equilibrio  si è  rotto a favore di una classe borghese famelica che tira le fila soprattutto in politica aiutata soprattutto dalla decandenza dei sindacati sempre meno rappresentativi dei lavoratori e da una sinistra piuttosto incolore. 

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Si critica quasi sempre a sproposito o se preferite a proposito il rapporto che c'è tra la pubblica amministrazione e il cittadino. In generale esistono due linee parallele che tracciano l'idea che l'impiegato pubblico " ruba lo stipendio" : 1- Il pregiudizio ormai radicato nella maggior parte dei cittadini italiani , convinti invece che negli altri stati il funzionario pubblico funziona. 2- Il fatto che l'impiegato pubblico non riesce in tantissimi casi a mettersi a disposizione di colui che chiama " utente" piuttosto che " cliente" . Perchè tra utente e cliente la sostanza è ben diversa. Quando poi il cittadino "utente" subisce vere e proprie azioni che rasentano la vessazione su questioni burocratiche che invece possono essere facilmente risolte dal pubblico impiegato, il solco si allarga fino all'estremo. Sia chiaro che non bisogna fare di tutta un erba un fascio , anche perchè le differenze sulla qualità della pubblica amministrazione variano tra nord e sud Italia. Con un Sud piuttosto indietro in quanto a qualità e efficienza. Andare incontro al " cliente" . Era l'argomento che si discuteva già almeno dieci anni fà in quasi tutte le amministrazioni statali e nel parastato dove la parola d'ordine era quella di "lavorare in tempo reale" cercando in tutti i modi di evitare la continua richiesta di documenti facilmente reperibili negli archivi pubblici. Facile immaginare la resistenza opposta di quella parte di impiegati abituati ad accumulare arretrati. Auditor erano coloro che lo Stato o il Parastato avevano costituito per aiutare la sede di quella amministrazione pubblica a lavorare come se fosse in una azienda privata. A ben leggere alcuni regolamenti comunali  a volte ci si rende conto quanto sia incomprensibile l'atteggiamento vessatorio verso il cittadino , oppure quanto sia slegato il rapporto tra uffici pubblici e " cliente" - messo , quest'ultimo , di fronte a lacci e lacciuoli pseudo burocratici alcuni dei quali superati nel tempo. Solamente quando l'impiegato pubblico saprà mettersi nella condizione ideale di capire e risolvere il problema in tempo reale ,  si potrà parlare di servizio pubblico efficiente. C'è di più - basti guardare fuori dai confini Italiani per rendersi conto che l'efficienza pubblica è ben diversa dalla nostra e lì difficilmente sentirete esprimere giudizi piuttosto negativi su quel servizio pubblico o quel funzionario. 

 

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" Tanto per fare chiarezza" 

" Giorno 27 gennaio 2021 su giornali e testate on line, a firma delle Organizzazioni Sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals è comparso un articolo il cui contenuto contiene errori e/o falsità che lo rendono, strano, inappropriato oltre che disdicevole ed offensivo sia per chi lo scrive che per i lavoratori che ne subirebbero le conseguenze.
I fatti. Il Liceo Linguistico MLKing – sede di Agira, associato all'I.I.S. "A. Lincoln" di Enna -, dal punto di vista dell'accorpamento di istituti, ha rappresentato una assoluta anomalia, forse in tutta Italia. Infatti, non si è mai sentito o letto che una scuola (MLK) di un ambito territoriale (ambito 11) fosse accorpata ad una (IIS Lincln) di altro ambito territoriale (ambito 12). Ciò è quello che è accaduto fino all'anno scorso ad Enna, nonostante la legge non avesse previsto tale fattispecie, anzi la escludeva.
I Sindacati, in questo caso, anziché lottare per il rispetto delle regole e delle leggi si sono prestati a questi giochetti di palazzo per proteggere gli interessi di pochi o di qualcuno, piuttosto che garantire il rispetto di tutta la classe docente e di tutto il personale della scuola.
Siamo delusi e arrabbiati. Pensiamo che i nostri rappresentanti sindacali dovrebbero garantire tutti allo stesso modo.
Le OO.SS. provinciali firmatarie del comunicato stampa di ieri, avendo scritto ciò che abbiamo letto, si sono inopportunamente ed apertamente schierate a tutela degli interessi esclusivi del Lincoln di Enna e del suo personale, dimenticando del tutto il rischio del NOSTRO sottodimensionamento. Forse che i lavoratori del "F. Fedele" siano figli di nessuno?
Da notare l'inesattezza, non si sa quanto dovuta ad una svista o ad una poco attenta lettura dei dati o ad altro, dei numeri riportati nell'articolo. Infatti, si parla del Lincoln e dell'eventuale rischio di sotto-dimensionamento con 591 alunni (Enna dai parametri attuali è Comune montano e il parametro per la conservazione dell’autonomia è di 400 alunni, mentre non si parla affatto del rischio dell’Istituto “F. Fedele” di Agira, che con poco più di 600 alunni, appena sopra il limite (proprio 600), rischia il sotto-dimensionamento, con conseguente perdita dell’autonomia e di posti di lavoro. Anzi, nell'articolo viene artatamente scritto che il F. Fedele abbia 800 alunni, quindi a loro dire, abbondantemente sopra il limite. Chi si vuole convincere con la pubblicazione di questi dati?
I sindacati, per definizione, debbono tutelare tutti i lavoratori e non solo una parte.
E non ci si venga a dire che le loro prospettazioni siano profezie!
Inviamo questa nota perché anche noi abbiamo una storia ed una attualità da tutelare e perché non vogliamo che debbano esistere docenti e personale ata di serie A e quelli (NOI del F. Fedele) di serie B, figli di un Dio minore.
Pertanto, riteniamo giusta la decisione maturata durante l’ultimo incontro promosso dall’Assessorato Regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale, tenutosi nella giornata del 18 Gennaio 2021, nel corso del quale è stata presentata la delibera del tavolo tecnico provinciale, con la decisione di procedere all’ aggregazione del Liceo Linguistico Martin L. KIng di Agira dal Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Enna all’Istituto “F. Fedele” di Agira. Tale decisione appare a nostro avviso, in linea con quanto previsto dalla legge sul dimensionamento scolastico e dalla delibera approvata a larga maggioranza dal tavolo tecnico istituito presso la Provincia Regionale di Enna, ma anche rispettosa della tutela dei posti di lavoro di tutto il personale dei citati istituti e non di una sola parte.
Per concludere riteniamo che non si può strumentalizzare un argomento così delicato, senza aver sentito le istanze delle parti coinvolte che le Organizzazioni Sindacali FlcCgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals dovrebbero rappresentare. Crediamo che il comportamento oggi criticato sia contro l'etica e la deontologia della lotta sindacale." 

Firmato i docenti e il personale ATA dell’Istituto “F. Fedele”

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Sono quelle iniziative che a volte ti lasciano con la sensazione che i giovani sanno trovare sempre come mettere in campo idee , che specie in tempi di Covid-19 , con la crisi che stanno attraversando bar e ristoranti , danno la certezza che con l'inventiva, i sacrifici e la buona volontà si potranno superare i momenti difficili. In pratica, Matteo, Antonio e Vincenzo,Roberto  assieme allo staff del bar ristorante  " Officina Sagarì " di Regalbuto in collaborazione con Mediterraneo Fish di Agira,  con il Sushi da asporto o domicilio , propongono i loro piatti anche ad Agira oltre che a Regalbuto. " L’officina è vicina... mai come adesso! " Scrivono sui social.  Sabato 30 gennaio le SushiRì-Box arriveranno anche nel vostro paese! Prenotazioni aperte adesso fino alle ore 18:00 di Venerdì 29/01! Potete contattare noi dell’Officina Sagarì o Giacomo Pistone di Mediterraneo Fish.Potrete ritirare le vostre sushi box presso Mediterraneo Fish (Via Francesco Crispi, 23 - Agira) Sabato dalle 18:30 alle 20:00. O farvele portare direttamente a casa vostra. 

Basta scegliete le box da 14 — 24 — 42 pezzi che ognuno vuol preferire , telefonare e il Sushi sarà servito a casa vostra.
 
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Con solo il 27,6% di laureati tra 30-34 anni, l'Italia è penultima in classifica, seguita solo dalla Romania, a quota 25,8%. Da notare che tra i maggiori paesi anche la Germania occupa uno degli ultimi posti, con una percentuale (35,5%) inferiore di 6 punti alla media europea (41,6%). Al lato opposto e con un ampio divario, invece, paesi come Cipro, Irlanda e Paesi Bassi, dove sono più della metà i laureati nella fascia d'età di riferimento.Il mercato del lavoro in Italia e nel mondo è diventato sempre più competitivo nel corso degli anni. Sono aumentate le conoscenze richieste per accedervi e con esse l’importanza di un percorso di studio adeguato. Maggiori competenze permettono ai singoli individui di aspirare a migliori posizioni lavorative e, nell’insieme, una popolazione altamente istruita può favorire la crescita economica e sociale di uno stato.In questo senso, nella strategia Europa 2020  l’Ue invita i paesi a promuovere il conseguimento di un livello di istruzione elevato per tutti, fissando un obiettivo chiaro sull’educazione terziaria.

Per approfondire la questione, un altro indicatore interessante da considerare è la percentuale di neo-diplomati che si iscrivono all'università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma.Un elemento che ci può dire molto sulla percezione o meno dell'educazione terziaria come di un percorso appetibile alla fine delle scuole superiori. La mappa dei territori è molto variegata. È il caso ad esempio della Lombardia, dove la provincia di Lecco è al quinto posto tra quelle italiane a quota 59,3% e la provincia di Sondrio è ultima con solo il 37,1% di iscritti. Situazioni simili anche in Piemonte e Liguria, con alcune province che superano la metà dei neo-diplomati iscritti e altre invece fanalino di coda.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 8 Ottobre 2020)

 

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L’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, in considerazione delle restrizioni dovute alla emergenza sanitaria da Covid-19, dedica un ampio spazio multimediale in commemorazione delle vittime della Shoah.

Da mercoledì 27 gennaio dal portale web di Ateneo www.unipa.it sarà possibile accedere al sito dedicato e navigare su tre diversi percorsi tematici: Musica, Teatro e Letteratura.

“Attraverso la musica, il teatro e la letteratura il nostro Ateneo intende ricordare quest’anno la Shoah, con un importante spazio multimediale che vuole rappresentare un luogo virtuale di memoria e custodire forme di un patrimonio intangibile, culturale e morale – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari – Musica, teatro e letteratura, infatti, sono presenti nel progetto pensato per il Giorno della Memoria 2021 come strumenti di rimemorazione, utili cioè a recuperare il difficile passato dell’esperienza dei campi di concentramento contro ogni forma di oblio e di negazionismo. La musica, il teatro e la scrittura sono forme di testimonianza capaci di restituirci tutta l’assurdità della realtà concentrazionaria e si costituiscono come fonti preziose e utili alla storicizzazione della Shoah”. 

All’interno dei campi di concentramento la musica dei deportati si oppone, con le sue melodie e le sue cadenze ritmiche evocatrici del loro mondo interiore, alle “marce e canzoni popolari care a ogni tedesco” che rappresentano la “musica infernale” ricordata da Primo Levi come “la voce del Lager, espressione della sua follia geometrica”, di quel processo di disumanizzazione finalizzato all’annullamento dell’individuo e alla sua morte lenta. 

Il teatro, invece, nella faticosa ricostruzione mnemonica delle opere, permetteva ai deportati di recuperare il ricordo della vita vissuta, di quella realtà dai contorni sempre più indefiniti offuscata dall’orrore concentrazionario. Recitare rappresentava, nel tempo sospeso dei campi, uno dei modi per non perdere il ricordo della vita passata, dell’ordinario quotidiano. 

La letteratura completa il processo di ricostruzione della realtà concentrazionaria e ci restituisce attraverso la parola quello che in un primo tempo si riteneva indescrivibile e inimmaginabile, consentendo di reinserire le atrocità del lager in un luogo e in un tempo reali. Nessuna banalizzazione della Shoah, nessuna trasformazione dei carnefici in mostri: la storicizzazione della Shoah e con essa il valore del suo ricordo come monito per le generazioni future, parte dalla restituzione di quel momento storico in tutta la sua reale crudeltà. 

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Martedì, 26 Gennaio 2021 07:45

Governo. Punto e accapo.

Abbiamo voluto inserire la foto del Presidente Mattarella perchè a partire da questa mattina nelle sue mani verranno consegnate le dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Contee già da domani il capo dello Stato inizierà le rituali consultazioni con le delegazioni dei partiti. Certo è che mai come in questo momento tutto poteva essere utile all'Italia che una crisi di governo. E' la conferma che ancora non siamo capaci di fronte ad una pandemia galoppante che ha mietute vittime, e alla conseguente crisi economica di unirci in un unico obiettivo, mentre invece a prevalere sono i personalismi. Assisteremo dunque al solito teatrino della politica , con la destra che vorrà andare al voto , consapevole di vincere le prossime elezioni ed eleggere il successore di Mattarella, e la sinistra che invece tenterà di allargare la maggioranza con la cosidetta quarta gamba formata da centristi o simili , quasi dimenticati nel tempo. Intanto il Covid esiste, l'Europa e i mercati finanziari ci guiardano e già strofinano le mani.

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La liberalizzazione del mercato dell’energia avvenuta dal primo luglio del 2007 ha portato l’ENEL, Ente nazionale per l’energia elettricaa creare due distinte società: Servizio Elettrico Nazionale (originariamente chiamata Enel Servizio Elettrico) ed Enel Energia.

Il Servizio Elettrico Nazionale eroga energia secondo il servizio di maggior tutela, fornendo elettricità a un prezzo fissato trimestralmente dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che deve provvedere a vigilare sia sul rispetto delle regole che sulla protezione del consumatore. L'energia elettrica venduta nel mercato tutelato viene acquistata dall'Acquirente Unico, che a sua volta la compra sul mercato all'ingrosso.

Chi può usufruire del servizio di maggior tutela

Il servizio di maggior tutela si applica ai clienti residenziali, ai clienti non residenziali che hanno la fornitura in bassa tensione e un fatturato annuo fino a 10 milioni di euro, e alle utenze dell’illuminazione pubblica che non scelgono un contratto del mercato libero o che rimangono senza venditore.

Il vantaggio del mercato tutelato è di garantire la trasparenza e l'uniformità nei prezzi e nelle condizioni applicate al consumatore, anche se non permette tariffe flessibili in grado di adattarsi alle esigenze particolari di una famiglia o di un'azienda, cosa che invece può accadere con le offerte del mercato libero.

La fine del servizio di maggior tutela

Dal primo gennaio 2022 non sarà più possibile sottoscrivere un contratto per la fornitura di energia con il Servizio Elettrico Nazionale a causa dell’abolizione del mercato di maggior tutela e del conseguente passaggio di tutte le forniture attive al mercato libero.

Il mercato libero è il servizio di fornitura di energia elettrica costituito da una pluralità di operatori, tra i quali l’utente può scegliere la tariffa più conveniente per le sue esigenze.

In questo tipo di regime i costi delle utenze non sono più controllati dall’Autorità di Stato, ma determinati in autonomia dalle società che offrono, in concorrenza tra loro, diverse condizioni economiche.

Prima stabilito per il primo luglio del 2020, il passaggio obbligatorio è stato poi rimandato di oltre un anno a causa della richiesta da parte dell'Autorità di aumentare i meccanismi di trasparenza e conoscenza del nuovo regime, per quanto già utilizzato da una parte considerevole di utenti. Sarà così possibile ridurre e in molti casi evitare eventuali pratiche commerciali scorrette che gli operatori potrebbero mettere in atto.

Chi al primo gennaio 2022 non avrà ancora effettuato il passaggio, non rimarrà senza servizio, ma verrà indirizzato in modo graduale e differito nel tempo verso un fornitore che possa garantire la continuità nell'erogazione dell'energia elettrica. 

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