Articoli filtrati per data: Gennaio 2025
Modelle minorenni reclutate sui social e poi abusate.
Sicilia in zona rossa . Firmato il nuovo Dpcm.
l premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm contenente le misure anti-Covid valide dal 16 gennaio al 5 marzo. Quasi tutta Italia finisce in zona arancione e permane il divieto di spostarsi tra Regioni fino al 15 febbraio. Gli impianti da sci rimangono chiusi fino al 15 febbraio, mentre palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo. Cibo e bevande potranno essere acquistati nei bar fino alle 18.
ZONE ROSSE (al momento Bolzano, Lombardia e Sicilia):
- SPOSTAMENTI. Vietato ogni spostamento anche all'interno dei comuni, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Si può andare una sola volta al giorno nel proprio comune, tra le 5 e le 22, a casa di amici e parenti al massimo in due persone (non si contano minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi). Per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, le visite sono consentite per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
- NEGOZI. Stop alle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attivita' di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmaci.
- RISTORANTI E BAR. Chiusi, ma è sempre consentito l'asporto (fino alle 22 per i ristoranti, fino alle 18 per i bar) e delivery.
- SPORT. Sospese tutte le attività anche nei centri all'aperto. E' consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con mascherina; è consentito anche lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale.
- SCUOLA. Restano aperte scuola dell'infanzia, scuola primaria, servizi educativi per l'infanzia e primo anno delle medie. Le altre attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza.
Coronavirus. Sicilia verso la zona rossa.
A grandi passi la Sicilia conta le ore che la separano dalla "zona rossa" almeno per due settimane. A chiederlo è stato il Presidente della Regione Musumeci , il quale ha fatto sapere che se Speranza non dovesse accettare la richiesta , sarà lo stesso Musumeci a firmare l'ordinanza che dichiarerà zone rosse molti dei comuni siciliani. Naturalmente manca ancora l'ufficialità ma sarà questione di ore dato che l'ordinanza dovrebbe partire dal 17 gennaio prossimo. Numeri dei casi in aumento, indice di positività più alto d’Italia, ospedali sotto pressione.Questi sono i motivi che in questo momento fanno della Sicilia assieme alla Lombardia le uniche Regioni che potrebbero ricevere il via alla zona rossa. Per oggi sono attese le ordinanze.
Coronavirus. Il Carnevale di Regalbuto da casa nostra attraverso le foto e i video.
E' lecito pensare , numeri alla mano, che la 74^ edizione del carnevale di Regalbuto non si potrà svolgere per via del Covid 19 ciò costringerà soprattutto gli amanti di questo evento a non poter partecipare alla festa forse più attesa dell'anno. L'idea che vogliamo proporre è quella di far rivivere attraverso i filmati e le foto , aneddoti , storie e racconti delle edizioni passate del nostro carnevale pubblicate sui social e in particolare sulla pagina facebook Carnevale di Regalbuto e Visit Regalbuto . Un modo per dichiarare aperta ufficialmente l'edizione 2021 da casa nostra. Non sarà il miglior modo per festeggiare un evento , tanto antico quanto bello che fa parte della nostra tradizione popolare , ma almeno non si spegneranno le luci di una festa che ogni anno richiama un gran numero di persone.
Oltre 100 i cambi di casacca durante il Conte II
Li chiamano "responsabili" ma spesse volte dietro il termine responsabili si nasconde il cambio di casacche di deputati e senatori che transitano da un partito all'altro o passano nel cosidetto " gruppo misto " . Deputati e senatori esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Un principio alla base della nostra democrazia rappresentativa, ma che con il forte incremento dei cambi di gruppo in parlamento viene messo costantemente in discussione. Così come riportato da Openpolis, nel corso della XVIII legislatura i cambi di gruppo totali sono stati 147. Di questi, 118 si sono verificati a seguito dell’insediamento del governo Conte II. 57 sono invece quelli avvenuti nel 2020. La principale vittima di questa dinamica è stata il Movimento 5 stelle che ha perso complessivamente 33 membri. Ma tutte le principali forze politiche nel corso di quest’anno hanno registrato flussi in entrata o in uscita. In questo particolare momento , data l'attuale crisi del Governo Conte , così come avvenuto nel corso della prima legislatura Conte 1 , (cioè dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019) si siano registrati circa 1,61 cambi al mese. Con l'inizio dell'esecutivo giallo-rosso il dato è poi esploso a 7,3. Ciò ha conciso con la nascita di Italia viva che nel settembre 2019 ha portato a 51 cambi di casacca. Nel 2020 infine la media si è attestata a 4,5 cambi al mese. In tale situazione crediamo che i partiti che compongono la maggioranza sono già da tempo in movimento per cercare i numeri necessari a Governare per colmare l'uscita dei deputati e senatori di Italia Viva. Quelloo dei cambi di casacca è un fenomeno che nel corso della prima Repubblica era piuttosto raro che si manifestasse per via del fatto che era piuttosto spiccato in ogni parlamentare , ma non solo, il senso di appartenenza ideologico ad un partito. Oggi con il crollo delle ideologie e la fine dei partiti è facile passare , anche più volte nello stesso anno, da un gruppo all'altro , con la conseguente variazione dei numeri all'interno di ogni gruppo parlamentare.
Quanto spendono i Comuni per la gestione dei rifiuti urbani ?
L’efficacia nella gestione dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti industriali rappresenta da sempre un tema caldo nel dibattito locale sui territori. Il tema dei rifiuti urbani è spesso presente nel dibattito pubblico, che si tratti della raccolta di immondizia per le strade o della localizzazione di una nuova discarica. La fondazione Openpolis ha di recente effettuato una ricerca sulla quantità dei rifiuti nelle città Italiane e la relativa spesa pro capite per il cittadino contribuente , i dati si riferiscono all'intervallo di tempo che va dal 2011 al 2019. E' interessante sapere che Il catasto dei rifiuti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo studio considera le seguenti frazioni merceologiche: rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti dallo spazzamento stradale destinati allo smaltimento, altri tipi di rifiuti urbani indifferenziati.Negli anni tra il 2011 e il 2019 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha avuto un andamento abbastanza costante. Nel 2011 nel paese si sono prodotti 31,38 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, nel 2019 il dato è sceso a 30,07, con una diminuzione del 4,2%. La produzione minima si è verificata nel 2015 (29,52 milioni di tonnellate).I dati italiani sono sostanzialmente con quelli degli altri paesi europei . Nel 2018, infatti, in Italia si producevano 499 chili pro capite di rifiuti, una cifra di poco superiore alla media dei 28 paesi Ue (489 kg).La competenza per la gestione dei rifiuti urbani non speciali è quasi sempre in capo alle amministrazioni comunali o a società partecipate da enti pubblici, le quali gestiscono il servizio per conto dei comuni. Nei bilanci esiste una voce di spesa chiamata "rifiuti".Si tratta di uno dei capitoli di bilancio della missione "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", Nella voce dedicata ai rifiuti le amministrazioni inseriscono importi di spesa in bilancio per l'amministrazione, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti.Questo capitolo comprende le spese per la pulizia di strade, piazze, viali, mercati, oltre che per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti (da differenziare o smaltire senza differenziazione). Sono inclusi inoltre i costi di trasporto nei luoghi di trattamento o nella discarica.Qui sono infine comprese le spese per sovvenzioni o sussidi a sostegno del settore, per la costruzione o il miglioramento dei sistemi sui rifiuti e per i canoni o i contratti di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Openpolis a questo proposito ha pubblicato il grafico delle spese pro capite dei rifiuti nei comuni con più di 200 mila abitanti.Se consideriamo i grandi comuni italiani, Venezia è quello ad aver speso di più per la gestione dei rifiuti urbani nel 2019: 464,99 euro pro capite. Dietro il capoluogo veneto troviamo Genova (324,61), Roma (273,77) Firenze (234,86) e Torino (230,93).In coda alla classifica delle città con più di 200mila abitanti ci sono tre comuni del nord-est: Padova (205,86), Trieste (162,78) e Verona (161,52). A seguire Openpolis ha pubblicato la spesa di tutti i comuni d'Italia nella gestione dei rifiuti che potrete consultare . Il Comune di Regalbuto nel 2019 ha speso 1.621.966 di eu alla voce "sviluppo sostenibile e tutela del territorio e ambiente " che comprende la somma di tutte le spese per la tutela dell'ambiente, lo smaltimento dei rifiuti e la gestione del servizio idrico. Per una spesa pro capite di 232,00 euro. A Enna nel 2019 la spesa pro capite per la gestione dei rifiuti è stata di 219,32 , a fronte di una spesa globale di 5.846.671.9 eu e un numero di abitanti pari a 27243. Il Comune di Agira nel 2019 ha speso 1.059.187.74 eu a fronte di 8222 abitanti. Abbiamo cercato di pubblicare la spesa anche degli altri Comuni dell'Ennese ma c'è da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.
FONTE OPENPOLIS
No alle scorie nucleari in Sicilia.
n Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Come prevedibile il coro dei NO si è sollevato da tutte le parti siano esse Istituzionali che semplici cittadini , quest'ultimo hanno formato un gruppo sui social che in poco tempo ha raggiunto le 10000 adesioni. Sta per partire anche la consultazione pubblica alla quale ha aderito anche Anci Sicilia.
Bilanci dei Comuni. È necessario sostenere il settore della cultura anche a livello territoriale. Consulta il bilancio 2019 di Regalbuto.
Insieme al turismo e alla ristorazione, la cultura è uno dei settori più colpiti dall’emergenza pandemica in corso. A settembre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse) ha stimato nel comparto una percentuale a rischio dei posti di lavoro che varia dallo 0,8% al 5,5%, a seconda dell’analisi nelle regioni più culturalmente vivaci all’interno dei paesi membri . Sebbene le più grandi piattaforme di contenuti online abbiano tratto vantaggio dal lockdown, il brusco calo delle entrate nell’ambito della cultura e dello spettacolo dal vivo sta portando a una riduzione del numero di imprese e di salari, con ripercussioni su tutta la catena del valore.
In Italia ci sono 291mila imprese legate alla cultura, che impiegano circa 1,5 milioni di occupati.
Secondo Cassa deposito e Prestiti , cultura e creatività hanno un effetto moltiplicatore molto significativo: per ogni euro di valore aggiunto prodotto, infatti, si attivano 1,8 euro nel resto dell’economia. Basti pensare che solo le attività legate alle performing arts (cinema, teatro, concerti, mostre ed esposizioni) hanno registrato nel 2018 un volume di affari pari a circa 4 miliardi di euro, con un numero di presenze superiore a 60 milioni di persone in un anno. Se poi prendiamo ad esempio la musica, particolarmente legata allo spettacolo dal vivo, Cassa depositi e prestiti stima una perdita di ricavi di circa 350 milioni di euro a fine estate 2020. A questi bisogna aggiungere circa 200 milioni di euro di mancati introiti legati alle royalties, oltre a un calo superiore al 70% delle vendite di CD e vinili. Il settore culturale vive da sempre di piccoli e grandi finanziamenti derivanti dalle istituzioni a tutti i livelli territoriali, dal ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo alle regioni fino ai comuni. Nei bilanci comunali le amministrazioni includono le spese per la cultura nella voce “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale“. Qui sono compresi gli importi necessari al funzionamento e al sostegno delle strutture (biblioteche, musei, teatri, sale, etc.) e alle manifestazioni culturali (concerti, produzioni teatrali e cinematografiche, mostre, etc.), le sovvenzioni, i prestiti o i sussidi a sostegno di organizzazioni e operatori, oltre che di giardini e musei zoologici e di istituti di culto, se non sono di interesse storico. In questo caso, infatti, le spese finiscono nella voce “valorizzazione di beni di interesse storico”, come peraltro tutto l’ambito relativo alle ristrutturazioni e manutenzioni di beni storico-artistici come monumenti, edifici di pregio o scavi archeologici.
In “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale” sono comprese inoltre le spese per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche comunali, per la valorizzazione degli spazi museali e spese per la realizzazione di programmi strategici in ambito culturale, finanziati anche in concorso con le risorse comunitarie. La voce include, infine, le spese per la tutela delle minoranze linguistiche, se non attribuibili a specifici settori d’intervento.
Le voci “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale” e “valorizzazione di beni di interesse storico”, insieme a “Politica regionale unitaria per la tutela dei beni e delle attività culturali” (che però riguarda solo le regioni) fanno parte della “missione 5” (“tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali”), nell’ambito della classificazione delle spese degli enti pubblici. Ma quando spende il COMUNE DI REGALBUTO nel settore della Cultura ? Per capirlo meglio e soprattutto leggerlo , OPENBILANCI ha pubblicato i bilanci dei Comuni relativi al 2019 , tra questi anche quello relativo al Comune di Regalbuto.
fonte Openpolis CLICCA QUI PER IL BILANCIO 2019 DI REGALBUTO
Azzolina. Il Dad non funziona più.
"Gli studenti hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Tanto vale che lo facciano all'interno della loro classe". La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina in un intervento a "Tutti in classe" su Rai Radio 1 ammette di essere "molto preoccupata. A marzo scorso - ricorda - sono stata io a volere la didattica a distanza che però è uno strumento che va bene per qualche settimana o per qualche mese. È evidente che non può più funzionare. I ragazzi sono arrabbiati e disorientati ed io sono preoccupata come ministro per il deflagrare della dispersione scolastica". Sulla maturità il ministro ha così risposto: "Il ministro sta lavorando, Abbiamo chiesto agli studenti, come l'anno scorso, di farci delle proposte perché è giusto che siano coinvolti: l'anno scorso ci hanno presentato proposte ragionevoli e di buon senso". La ministra Azzolina assicura che "una decisione la prenderemo a breve: i ragazzi vivono una situazione di incertezza assoluta ci sono date che slittano come in una tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze e a breve le avranno". "Sappiamo tutti che il rischio 'zero' non esiste, a scuola come in nessun altro ambito. Ma all'interno delle scuole il rischio è molto basso, ci sono tanti studi italiani ed europei che ce lo confermano", ha ribadito la ministra dell'Istruzione.
Regione Sicilia: 3,8 milioni per 96 parchi gioco. Finanziati i parchi di 4 Comuni Ennesi.
8/1/2021 La Regione siciliana ha pubblicato la graduatoria dei 96 Comuni che hanno ottenuto un finanziamento per la realizzazione di parchi gioco inclusivi. Già approvato un emendamento che consentirà di premiare altri 40 progetti. È stata approvata dalla Regione Sicilia e pubblicata sul sito dell’assessorato alla Famiglia la graduatoria per la creazione o l’adeguamento di parchi gioco inclusivi. Delle 320 istanze pervenute, 96 sono state ammesse a contributo, per un importo di 3,8 milioni di euro, su lavori che avranno un costo complessivo di oltre 5 milioni e mezzo. Inoltre, 74 progetti sono stati ammessi ma non finanziati per esaurimento delle risorse, 122 hanno ottenuto in istruttoria un punteggio inferiore al minimo richiesto, mentre 28 sono stati giudicati non ammissibili.
In seguito, la Commissione Bilancio ha dato il via libera a un emendamento che aumenta di un milione la dotazione finanziaria, che potrà consentire di ampliare la graduatoria ad almeno altri 40 Comuni.