Articoli filtrati per data: Gennaio 2025

Nell’ottica di assicurare celerità alle procedure di affidamento in concomitanza con l’emergenza sanitaria in atto, l’Autorità nazionale anticorruzione ha realizzato un apposito vademecum rivolto alle stazioni appaltanti. L’obiettivo è di fornire alle amministrazioni una ricognizione delle norme attualmente in vigore, non solo per far fronte all’attuale stato emergenziale ma anche in tutte quelle ipotesi in cui si rendano necessarie, in presenza dei presupposti di legge, un’accelerazione o una semplificazione delle gare.

Il Codice dei Contratti, infatti, già contempla diverse misure che consentono il ricorso a procedure rapide anche al di fuori di contesti emergenziali. Spesso, però, poco sono note alle stazioni appaltanti. Il vademecum approntato dall’Anac è dunque pensato proprio per aiutare le amministrazioni a garantire appalti veloci all’interno della cornice legislativa vigente.

Nell’intento di agevolare l’azione delle stazioni appaltanti, il documento contiene inoltre una disamina esplicativa delle principali disposizioni in materia di contratti pubblici adottate nei vari provvedimenti connessi all’emergenza Coronavirus.

Vademecum per velocizzare e semplificare gli appalti pubblici - pdf

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Martedì, 28 Aprile 2020 16:33

Genova ha di nuovo il suo ponte !

"Il 14 agosto 2018 si è aperta una ferita indelebile per tutti noi. - sono le parole del Presidente Conte -  Non dimentichiamo 43 vite spezzate, il dolore delle loro famiglie: i giudizi sulle responsabilità di quanto accaduto non si sono ancora completati e devono completarsi, tragedie di questo tipo non devono ripetersi.

Genova non si è arresa, l'Italia si è rimboccata subito le maniche senza esitazioni. Pezzo dopo pezzo, con uno sforzo comune, si completa la struttura di un nuovo ponte. Tutti hanno agito con estrema rapidità: le Istituzioni, i progettisti, i tecnici, gli operai. Le macerie hanno fatto il giro del mondo, ora lo faranno queste immagini. Testimoniano la creatività, la maestria e l’abnegazione degli italiani, che sanno trasformare le lacrime in gocce di sudore, il dolore in riscatto.

Non è solo un cantiere di Genova, questo è il cantiere dell'Italia che sa rialzarsi sempre, in cui ognuno fa la sua parte con senso del dovere e responsabilità. Oggi, nei giorni della più grande emergenza dal Dopoguerra, suturiamo questa ferita. Qui, dalla città della lanterna, si irradia una nuova luce per l’Italia: se ripartiamo insieme con coraggio e determinazione, senza fermarci ad additare nemici, otterremo grandi risultati.

Insieme ce l'abbiamo fatta, insieme ce la faremo !! "

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Martedì, 28 Aprile 2020 16:27

Coronavirus. Papa Francesco controcorrente.

In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni».In poche parole:" obbediamo alle disposizioni". E' lo straordinario , come sempre, Papa Francesco che come al solito è chiaro nei suoi messaggi e straordinariamente controcorrente.

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“Le misure decise dal Governo consentono all’Istituto per il Credito Sportivo di mobilitare risorse per oltre 100 milioni di euro a disposizione di società sportive dilettantistiche e associazioni sportive dilettantistiche, ma anche federazioni, discipline associate ed enti di promozione. Il provvedimento avrà piena attuazione a partire da questa settimana, compatibilmente con la pubblicazione del decreto che stabilirà i criteri di accesso al fondo di garanzia, e ci consentirà di andare sul mercato sportivo con un’offerta che è assolutamente una novità per noi: in 62 anni di attività questa banca ha finanziato circa l’80% delle infrastrutture sportive, ma mai si era confrontata col tema della liquidità”. Queste le parole del presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo Andrea Abodi, nell’audizione di fronte alle commissioni riunite Finanze e Attività produttive sul decreto 23/2020 “recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali. Il provvedimento è stata approvato l’8 aprile e in questi venti giorni abbiamo costituito quasi una banca parallela – ha sottolineato Abodi – Per questo ringrazio il direttore generale e tutti quanti per l’impegno sotto il punto di vista del capitale umano e anche del capitale tecnologico, non predisposto per una platea così ampia di potenziali beneficiari della misura. Parliamo di circa 100 mila unità: è molto importante che si sia aperto questo canale per dare sostegno a chi ne ha bisogno, perché in particolare le società e le associazioni dilettantistiche rappresentano la base sociale della piramide sportiva, la componente più fragile e più esposta”. Il presidente del’Ics ha poi spiegato i dettagli del finanziamento: “Ci sarà un tetto di 25 mila euro per società e associazioni dilettantistiche, parametrato al 25% del fatturato relativo al bilancio 2019 – ha dichiarato Abodi – Il finanziamento, al quale abbiamo destinato 30 milioni, sarà a tasso zero e senza garanzie. Stiamo peraltro operando di concerto con l’ufficio dello sport del ministro Spadafora per poter ottenere una garanzia di ultima istanza dello Stato”. “La restituzione del capitale avverrà in sei anni – ha aggiunto Abodi – ma per i primi due anni non ci saranno rate da pagare per dare sollievo a queste realtà. Dal terzo al sesto anno saranno previste rate mensili. Nell’arco dei prossimi due mesi erogheremo risorse a un numero di soggetti che normalmente assistiamo in molti anni: non è un tentativo preventivo di deresponsabilizzarci, ma devo rendere noto alle commissioni lo sforzo che stiamo facendo e con grande orgoglio portiamo avanti perché il nostro contributo va alla fascia più debole del mondo sportivo. Questa banca non si tira indietro, anzi si complica un po’ la vita perché credo che questo sia il viatico migliore per poter raggiungere gli obiettivi dei nostri beneficiari e dunque del nostro Paese”.
(ITALPRESS).

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La Sicilia chiederà al governo Conte alcune deroghe alle riaperture delle attività produttive previste dal 5 maggio. Lo scrive La Repubblica edizione di Palermo -  E non è esclusa qualche forzatura, con una ordinanza del governatore che a breve dovrebbe essere varata e che potrebbe andare oltre ad alcune scelte previste a livello nazionale: ma se in passato la Sicilia si era distinta per misure più restrittive, adesso il governatore potrebbe aprire ad un allargamento delle maglie. Nulla di ufficiale, ma a Palazzo d'Orleans alcuni assessori spingono per consentire un maggiore numero di riaperture. In particolare per parrucchieri e barbieri, con l'obbligo della prenotazione però e dell'uso delle mascherine, e sul fronte sportivo per consentire ai circoli e ad alcuni centri sportivi di poter consentire la ripresa dell'attività evitando magari di far fare docce all'interno e sempre con l'obbligo della prenotazione e del numero di accessi limitato. "La Sicilia non è nelle condizioni della Lombardia, non possiamo restare del tutto chiusi", dice un assessore di peso nella giunta. La Cna Sicilia chiede a Musumeci maggiori deroghe.

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E’ una levata di scudi quella degli operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica in tutto il territorio siciliano Una sorta di sollevazione  dopo la firma dell’ultimo DPCM, con il quale si rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona.E' soprattutto sul web che si scarica l'ira dei centri estetici per ciò che seondo loro è una vera e propria decisione a far chiudere le attività che continuano a vedersi negato il loro diritto al lavoro e al proprio stipendio. A quanto pare, la categoria si sta organizzando per una protesta davanti Palazzo d’Orleans.“Riapre il gioco d’azzardo ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge? Si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia la possibilità di tornare al lavoro”.

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Lunedì, 27 Aprile 2020 13:07

Fase 2. L'allarme della Confcommercio.

Con la Fase 2 si rischiano danni gravissimi a imprese e lavoro. È l'allarme lanciato da Confcommercio: «La Fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attività del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro», ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, commentando le disposizioni annunciate dal Presidente del Consiglio.Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, spiegando in una nota che "in queste condizioni diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese. Chiediamo al presidente Conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese".

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Lunedì, 27 Aprile 2020 13:05

Fase 2.Dura posizione dei Vescovi Italiani.

“Sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”. Le parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’intervista rilasciata lo scorso giovedì 23 aprile ad Avvenire arrivavano dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio.

Un’interlocuzione nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale.

Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo.

Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia.

I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale."

 

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Le domande sono ovvie: " Potrò giocare a calcetto,basket,pallavolo , beach volley quest'estate ? " La risposta pare che sarà NO. Gli sport di squadra cosidette "amatoriali " ma che  secondo noi saranno estese a tutte le piccole società dilettantistiche, suberanno un lungo stop : stando alle ultime indicazioni sulla fase 2, per limitare al massimo il rischio del contagio, saranno vietate per diverso tempo delle attività non ritenute necessarie. Per questo motivo, lo sport potrà essere praticato in maniera individuale, come è stato ribadito più volte dalle autorità competenti negli ultimi giorni, ma alle pratiche amatoriali di squadra si dovrà quasi certamente rinunciare.Secondo il quotidiano La Repubblica, che ha consultato alcune fonti interne alla task force guidata da Vittorio Colao che si sta preparando a varare le misure che il governo dovrà adottare per la fase 2, dal 4 maggio sarà possibile la corsa all’aperto, non necessariamente – come avviene in questo periodo di lockdown – nelle immediate vicinanze della propria abitazione.Tuttavia, il prossimo dpcm che verrà emanato da Giuseppe Conte non prevede di rinunciare alle restrizioni per gli sport di squadra a livello amatoriale. Infatti, in questo caso, il distanziamento sociale non sarebbe assicurato. Dunque dovremmo prepararci a lunghi periodi senza calcetto, beach volley, pallavolo, basket e qualsiasi altro sport di squadra praticato per svago. Diverso, invece, è il discorso per lo sport professionistico, che prevede una ripartenza nelle prossime settimane, da concordare tuttavia con il governo e con il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora.Possibile che questo stop duri per gran parte del periodo estivo, anche se la situazione – ovviamente – resta in divenire. Così come c’è la possibilità di reintrodurre restrizioni se dal 4 maggio in poi si dovessero registrare nuovi picchi di coronavirus, allo stesso modo potrebbero essere meno stringenti le norme di distanziamento sociale se il contagio si dovesse evolvere in maniera positiva. Tutto dipenderà chiaramente dall’andamento della curva, anche se gli esperti, al momento, non sono affatto ottimisti, nemmeno per quanto riguarda il periodo estivo e a maggior ragione per l’autunno del 2020 quando gli scienziati prevedono una seconda ondata dell’epidemia da coronavirus.

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Le scuole riaprono a settembre, i prezzi delle mascherine saranno calmierati e c’è il massimo impegno contro la burocrazia per facilitare l’arrivo degli aiuti finanziari alle aziende. A dirlo in una intervista a Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che conferma l’impegno a facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio, anche se bisognerà “procedere con cautela”.

“Stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto – dice Conte nell’intervista a Repubblica -. Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo ‘strategiche’, quali lavorazioni per l’edilizia carceraria, scolastica e per contrastare il dissesto idrogeologico, come pure attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export, che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle filiere produttive interconnesse e dalle catene di valore internazionali”.

La scuola “e’ al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre”, sottolinea Conte “ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura delle scuole. È in gioco la salute dei nostri figli, senza trascurare che l’età media del personale docente è tra le più alte d’Europa. La didattica a distanza, mediamente, sta funzionando bene”. Per quanto riguarda le imprese, “Sace ha già predisposto tutto per assicurare la piena garanzia pubblica sui prestiti alle imprese. Monitoreremo che anche le banche garantiscano la piena operatività dei provvedimenti”. ( ITALPRESS)

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