Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Ragusa è la provincia Siciliana con più alunni stranieri.
Nel territorio di Enna il 2 % degli alunni sono di nazionalità straniera. A Catania il dato sale al 2,8%. In provincia di Messina si arriva al 4,4%.La percentuale più alta registrata in Sicilia è quella di Ragusa con il 10,8% di alunni stranieri nelle scuole. A Trapani è al 4,1% . A Agrigento si arriva al 3,2% .Siracusa al 3,4%.Palermo 2,8%. I dati sono riferiti all’anno scolastico 2019/20 e sono aggiornati al 31 dicembre 2020.In base ai dati Miur, quella degli studenti stranieri nati in Sicilia e più in generale in Italia è l'unica componente in crescita nella popolazione scolastica italiana. La quota di nati in Italia rispetto al totale degli alunni stranieri è infatti aumentata in maniera considerevole nella scuola secondaria di II grado (+18 punti percentuali tra 2018 e 2019) e di I grado (+12,8 punti). Ma la crescita è stata inferiore per la scuola primaria (+3 punti) e nel caso della scuola dell'infanzia si è addirittura registrato un calo (-3,3 punti percentuali). La nota dolente purtroppo arriva dai dati riferiti all'integrazione . Nonostante l’elevato numero di alunni stranieri iscritti presso le scuole italiane, ancora esistono divari rispetto ai compagni di nazionalità italiana, soprattutto rispetto al percorso scolastico intrapreso.
Il servizio di refezione nelle scuole ha un ruolo di educazione alimentare, garantisce pasti sani ed equilibrati e facilita il potenziamento del tempo pieno.
Una corretta alimentazione è alla base della crescita e dello sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi. Trasmettere delle corrette abitudini in questo senso è un compito che sicuramente spetta in primis alla famiglia, ma non solo. La scuola infatti, attraverso il servizio di refezione, può garantire agli alunni pasti sani ed equilibrati. Una possibilità che non tutti trovano nella famiglia di origine, per difficoltà organizzative, di tempo o spesso economiche, soprattutto nei contesti di maggior disagio.Da qui l’invito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a rendere il servizio mensa accessibile nelle scuole a tutti i bambini in condizioni di povertà. Una proposta che è stata inserita nel quinto piano per l’infanzia e l’adolescenza.Il servizio di refezione dà alla scuola la possibilità di educare bambini e ragazzi anche dal punto di vista alimentare, attraverso l'offerta di pasti sani.Un ruolo che può in alcuni casi compensare le difficoltà della famiglia di origine che, per questioni economiche o di altro tipo, in tanti casi non garantisce una dieta equilibrata ai figli.In questo senso va tuttavia sottolineato che in Italia la mensa scolastica non è un servizio gratuito. Quindi le famiglie che non possono permettersi una buona alimentazione, presumibilmente non possono permettersi neanche di pagare il servizio di refezione per i propri figli. Un punto su cui vuole intervenire la proposta del garante per l'infanzia e l'adolescenza, a supporto delle famiglie e dei minori con maggiori difficoltà economiche.Oltre all'aspetto legato all'alimentazione, le mense facilitano agli alunni la frequentazione del tempo pieno a scuola e, di conseguenza, la conciliazione per i genitori della vita lavorativa con quella familiare. Un aspetto su cui investe anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per promuovere lo sviluppo di questo servizio.Le amministrazioni comunali avranno quindi un ruolo centrale nella messa in atto concreta di questo piano.
La GaEditori alla fiera internazionale del libro di Torino.
Musumeci. Niente Dad in zona arancione.
(ANSA) - PALERMO, 18 GEN - L'ordinanza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, sui collegamenti marittimi in Sicilia, abroga, da domani, anche l'articolo 2 dell'ordinanza del 7 gennaio scorso che concedeva ai sindaci di comuni in zona arancione la possibilità di chiudere le scuole con didattica in presenza e attivare la Dad. Diversi sindaci anche di città capoluogo avevano chiuso le scuole provocando ricorsi e decisioni del Tar che aveva ordinato la riapertura degli istituto. La norma nazionale concede deroghe per la presenza a scuola solo ai comuni in zona rossa. L'art. 2 della precedente ordinanza di Musumeci diceva che nei territori dichiarati zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta al rischio estremamente elevato di diffusione del covid 19, previo parere dell'Asp, il sindaco può adottare provvedimenti di sospensione totale o parziale delle attività didattiche con conseguente adozione della Dad.
Il lavoro sportivo dilettantistico.
Dopo la decisione della CTR Trentino Alto Adige che avevamo commentato il mese scorso (“La giurisprudenza e la riforma del lavoro sportivo” in Euroconference News del 6 dicembre scorso), la Suprema Corte di Cassazione ha continuato il suo lavoro di nomofilachia con una serie di sentenze, tutte emesse durante le recenti vacanze natalizie, sul lavoro sportivo dilettantistico (sentenze nn. 41397/2021; 41467/2021; 41418/2021; 41419/2021; 41420/2021; 41468/2021; 41570/2021; 41729/2021; 175/2022; 177/2022; 952/2022; 953/2022; 954/2022).
Tredici decisioni, tutte della sezione lavoro, univoche e conformi nel ritenere che, in presenza di una attività sportiva dilettantistica svolta a titolo oneroso, con continuità, in maniera professionale, i compensi sportivi dilettantistici di cui all’articolo 67, comma 1, lett. m), Tuir non possano essere riconosciuti (“… non consente di includere all’interno dell’area dei redditi diversi le somme percepite da coloro i quali svolgono professionalmente le attività cui le somme si riferiscono..).
Queste decisioni si pongono in netta controtendenza rispetto ad un’ampia giurisprudenza di merito.
Secondo la Corte d’appello Firenze, sentenza n. 683/2014: “… la finalità perseguita dal legislatore è quella di realizzare un regime di favore a vantaggio delle associazioni sportive dilettantistiche esentando dal pagamento dell’imposta (e della contribuzione) quanto queste corrispondano in forme di rimborsi forfettari o di compensi non solo agli atleti ma anche a tutti coloro che collaborino con mansioni tecniche o anche gestionali, al funzionamento della struttura riconosciuta dal Coni. Vi sottende, ovviamente, la necessità di incentivare questo tipo di attività e di alleggerirne i costi di gestione, sul presupposto della oggettiva valenza della funzione, anche educativa che consegue all’esercizio di attività sportive non professionistiche“.
Il Tribunale Ancona, con sentenza n. 3642/2011 ha statuito quanto segue: “deve, pertanto, ritenersi che il legislatore abbia previsto l’esonero da tassazione e contribuzione in favore dell’intera attività sportiva dilettantistica, in tutte le sue manifestazioni, anche laddove non strettamente collegate ad un evento agonistico, così come reso evidente dall’inclusione in tale esonero anche delle attività di carattere amministrativo-gestionale”.
Sul punto si veda anche la sentenza della Corte d’Appello Milano, Sez. Lav., n. 1172/2014 secondo la quale il mancato riferimento alla non professionalità per le prestazioni sportive dilettantistiche contenuto nell’articolo 67, comma 1, lett. m), Tuir sarebbe significativo della voluntas legis di non attribuire alcuna rilevanza a detto requisito: ci sarebbe “una sorta di presunzione del carattere non professionale delle prestazioni in esame”.
Ma l’orientamento di legittimità in esame appare anche in controtendenza rispetto ad una precedente pronuncia della Suprema Corte: “.…invero, in un’ottica premiale della funzione sociale connessa all’attività sportiva dilettantistica, quale fattore di crescita sul piano relazionale e culturale, il legislatore ha inteso definitivamente chiarire che anche i compensi per le attività di formazione, istruzione ed assistenza ad attività sportiva dilettantistica beneficiano dell’esenzione fiscale e contributiva, senza voler limitare, come in precedenza in alcuni ambiti sostenuto, tale favor alle sole prestazioni rese in funzione di una partecipazione a gare e/o a manifestazioni sportive…” (Cassazione Civile, Sez. lavoro, ordinanza n. 24365 del 30.09.2019).
Il Collegio, in tutte le tredici decisioni in commento, che ripetono le medesime motivazioni, ripercorre la storia legislativa in ordine alla tutela assicurativa dello sport fino al quadro normativo attuale.
Dopo aver ricordato la disciplina dello sport professionistico e la scelta verso la subordinazione per presunzione legislativa, la Corte punta a distinguere la prestazione sportiva dilettantistica inquadrata come attività a carattere ludico da quella svolta nell’ambito di una prestazione sinallagmatica a carattere lavorativo.
Viene quindi definitivamente smentita la tesi che inquadrava il lavoro sportivo dilettantistico come norma speciale e fattispecie dotata di terzietà rispetto ai criteri ermeneutici del lavoro autonomo o del lavoro subordinato sulla quale si era posta anche la prassi amministrativa.
In tale direzione si erano posti prima il Ministero del Lavoro con la sua nota del 21 febbraio 2014 prot. n. 4036 (“In questo quadro il Ministero ravvisa pertanto l’opportunità di farsi promotore d’intesa con Inps di iniziative di carattere normativo volte ad una graduale introduzione di forme di tutela previdenziale a favore di soggetti che, nell’ambito delle associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni, dalle Federazioni Sportive Nazionali nonché dagli enti di promozione sportiva, svolgono attività sportiva dilettantistica nonché attività amministrativa gestionale non professionale ex articolo 67 primo comma lett. m) ultimo periodo del Tuir”) e, successivamente, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con propria lettera circolare del 01.12.2016 n. 1/2016 (che testualmente riporta: “… la volontà del legislatore … è stata certamente quella di riservare ai rapporti di collaborazione sportivo – dilettantistici una normativa speciale volta a favorire e ad agevolare la pratica dello sport dilettantistico rimarcando la specificità di tale settore che contempla anche un trattamento differenziato rispetto alla disciplina generale che regola i rapporti di lavoro…”).
A 5 mesi dalle elezioni regna il silenzio. Ma sulle partite pregresse cosa pensate di fare ?
Poco più o poco meno di 5 mesi ci separano dalle prossime elezioni amministrative Comunali ma l'attenzione di quasi tutti è per ora quella sulla diffusione del virus anche nella nostra città. C'è comprensibile preoccupazione sul diffondersi dei casi positivi ma ciò non toglie il fatto che i gruppi hanno ripreso a discutere sul da farsi , su chi candidare , su quale strategie percorrere e soprattutto sugli immancabili accordi e divisione degli incarichi in caso di successo. Girano non più di tre candidati a Sindaco , ma noi pensiamo che si ridurranno a due a meno di sorprese. Detto ciò uno degli argomenti che più hanno interessato i cittadini è senza dubbio quello delle " partite pregresse" sulle bollette di AcquaEnna. Un argomento questo che però è povero di prese di posizioni pubbliche da parte dei Movimenti e dell'unico partito vale a dire il PD. Nei nostri precedenti articoli abbiamo più volte sottolineato che l'argomento "partite" sarà tra quelli che attirerà l'attenzione dei votanti. E dunque al solo scopo di " sollecitare" i prossimi protagonisti della vicina campagna elettorale vorremmo chiedere a questi movimenti cosa pensano di fare , in caso di vittoria, sulle partite pregresse : mantenere cioè il silenzio dimostrato da molti Sindaci oppure assumere la posizione chiara in un modo o nell'altro cioè con un Si o con un No. Capiamo che difficilmente riceviremo risposte però la nostra stimolazione ha il solo scopo che si iniziasse a parlare di programmi e di progetti sul futuro della nostra città in quella visione che ogni compagine che si appresta a chiedere il voto ai propri concittadini dovrebbe avere. L'abolizione delle partite pregresse dalle bollette è stata sentenziata dalla Corte Costituzionale e dal Tribunale di Enna. Acqua Enna dal canto suo oppone resistenza dichiarando la legittimità della "voce" e dunque sarà ovvio che si arriverà , ma lo è già, a un muro contro muro. Dunque ? Ai Movimenti e al PD mettiamo a disposizione le nostre pagine per accogliere le loro dichiarazioni pubblicando per intero i loro interventi sull'argomento. O se preferiscono copieremo e incolleremo dalle loro pagine sui social senza alcun nostro commento. La diomanda è : " Cosa pensate sulla illegittimità o legittimità delle partite pregresse ? "
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Conte. "Servono altri aiuti e immediate misure"
Sicilia. Domani tutti in classe.
Quando tutto faceva presagire che la Regione Sicilia avrebbe concesso altri due giorni di vacanza così come aveva preannunciato l'assessore Lagalla , stamattina la ripresa delle scuole, invece, è realtà. Una lunga discussione quella della task force al termine della quale è stata decisa la riapertura in presenza. L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla che ha coordina l’incontro, aveva ipotizzato una proroga di altri due giorni delle vacanze natalizie dunque fino a venerdì compreso consentendo il rientro da lunedì. L’idea era quella di aspettare al dichiarazione di zona arancione e proprio da lunedì ricorrere alla Dad. Ma assodato che questo non sarà possibile neanche da lunedì un nuovo rinvio di ulteriori due giorni non sarebbe servito a nulla Alla riunione hanno partecipato anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza, i dirigenti dell’ufficio scolastico regionale, il prof. Gianni Puglisi per gli Atenei dell’Isola, una rappresentanza degli studenti. Sembra comunque che a protestare siano i Sindaci siciliani .La richiesta era emersa già ieri sera, dall’assemblea di tutti i sindaci siciliani, svoltasi in modalità digitale, nel corso dalla quale un gran numero di primi cittadini hanno espresso preoccupazione per l’evoluzione del quadro epidemiologico in Sicilia e per la grande difficoltà nel reperimento di dati certi e attendibili sul tracciamento del contagio nelle proprie comunità. In task force la richiesta è stata reiterata. Di fatto però , nonostante le proteste anche da parte dell'associazione dei genitori, da domani la scuola in presenza ripartirà anche se non si sa ancora quanti alunni saranno presenti nelle aule.
" Se Draghi va al Quirinale,Forza Italia uscirebbe dalla maggioranza" .
La "bomba" questa volta l'ha lanciata Silvio Berlusconi alla vigilia del "conglave" di Forza Italia e degli incontri in programma con i partner degli altri partiti. La frase è chiara , il messaggio ancora più chiaro e non crediamo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni. Il non voler rispondere alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di ieri sul tema " Quirinale" , Draghi di fatto ha costretto il leader di Forza Italia ad agitare da subito lo spettro delle elezioni anticipate. “FI non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi, e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza” - ha continuato Berlusconi. Un messaggio agli alleati, ma anche a chi non vuole rischiare di perdere il posto in Parlamento. Indiscrezioni a cui replica duramente il segretario del Pd, Enrico Letta: “Penso che Berlusconi smentirà quelle parole. Se fossero state dette veramente sarebbero molto gravi. La tempistica è sbagliata, profondamente”.
Giorgia Meloni attacca Mario Draghi.
Nella serata di lunedì 10 gennaio, poco dopo la conclusione della conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, è intervenuta la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni la quale ha rivolto aspre critiche nei confronti del premier attraverso un post condiviso tramite il suo account Facebook. “Dal Presidente del Consiglio Draghi ci saremmo aspettati un atto riparatorio ben diverso da una conferenza stampa concessa dopo giorni di silenzio: un atto di verità e di onestà intellettuale, con le scuse agli italiani e l’ammissione degli errori commessi finora. I cittadini sono alle prese ogni giorno con tutti i problemi legati ai provvedimenti caotici e contraddittori dell’Esecutivo ma oggi Draghi, Speranza, Bianchi e Locatelli non hanno fatto altro che ripetere che va tutto bene e che la strategia portata avanti finora dall’Esecutivo ha avuto successo – e ha aggiunto –. A questo si aggiunge la grande disinvoltura con la quale si è cambiata versione sui vaccini: prima ci avevano detto che il vaccino serviva a impedire al virus di circolare, oggi invece serve al singolo a limitare il rischio di contrarre il Covid in forma grave, soprattutto per i più anziani. Come sempre sostenuto da Fratelli d’Italia." Infine, Giorgia Meloni si è detta convinta che il Governo stia mettendo in atto una strategia sbagliata, precisando: “Il Governo continua a puntare tutto sulla vaccinazione e sul green pass mentre continua a non dare risposte su tutte le altre misure necessarie per fermare il contagio, dal potenziamento dei mezzi pubblici all’areazione meccanica controllata nelle scuole. Una strategia sbagliata che FdI continuerà a denunciare”.