NAPOLI

Il cognome deriva dal toponimo Napoli, capoluogo della Campania, l’antica Neapolis latina composta da neo = nuovo e polis = città. Varianti: Napoletano, Napolitano. In Sicilia in cognome Napoli venne adottato da molti ebrei costretti, dopo l’editto del 1492 che li cacciava dall’Isola, a convertirsi al cristianesimo e ad assumere cognomi locali; molti di loro assunsero cognomi di paesi e città

Napoli è molto diffuso in Italia, è presente in più di mille comuni di tutte le regioni italiane, soprattutto Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, ma anche Lombardia, Piemonte, Puglia, Liguria, Toscana, Sardegna, ecc. In Sicilia copre tutto il territorio ma ha alta frequenza nel Palermitano (Palermo, Villabate, Bagheria, ecc.), nell’Agrigentino (Palma di Montechiaro, Sciacca, Menfi, ecc.), nel Catanese (Catania, Gravina di Catania, Aci Catena, ecc.), nel Messinese (Messina, Milazzo, Alcara Li Fusi, ecc.), nel Trapanese (Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Paceco, ecc.), nell’Ennese (Piazza Armerina, Regalbuto, Enna, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Una famiglia Napoli risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922; discente da quella originata da un ramo dei Caracciolo in persona di Nicolò, passato in Sicilia come seguace di re Federico II d'Aragona.

 

NASCA

Nasca nasce dalla cognominizzazione di un soprannome legato al dialetto siciliano e riferito a persona che ha il naso schiacciato, camuso, piatto. In senso figurato “nasca” è persona pedante, pignola. Ha origine dal termine tardo latino “nasica”. In alcuni casi il cognome Nasca potrebbe derivare dal toponimo Nasca, frazione del comune di Castelveccana in provincia di Varese. Il cognome è molto frequente in Sicilia, nel Palermitano (Palermo, Cerda, Montemaggiore Belsito, Alia, Casteldaccia, Bagheria, Partinico, San Giuseppe Jato, Campofelice di Roccella, Borgetto, Sciara, ecc.), nel Catanese (Catania, Vizzini, Tremestieri Etneo, Gravina di Catania, Adrano, Santa Venerina, Giarre, Grammichele, San Giovanni La Punta, Mascalucia, ecc.), nel Nisseno (Caltanissetta, Sommatino, Gela, ecc.), nell’Ennese (Agira, Troina, Centuripe, Regalbuto, ecc.), nel Messinese (San Teodoro, Milazzo, Capo d’Orlando, ecc.), nel Siracusano (Priolo Gargallo, Francofonte, Siracusa, ecc.). Ceppi del cognome, molto meno consistenti, si trovano nelle regioni Puglia, Lombardia, Piemonte, Basilicata, Toscana, Campania, Lazio, Emilia-Romagna.

Riferimenti storici e personaggi. CAMILLO NASCA (Palermo 23/3/1911 +?), militare italiano del Regio Esercito tristemente noto per aver collaborato, durante la Seconda Guerra Mondiale, con le forze germaniche sbarcate nell’Isola di Kos, nell’Arcipelago del Dodecaneso.

 

NASELLO/NASELLI

Secondo gli storiografi la famiglia Naselli ha origini longobarde, discenderebbe da Palatino (detto “Nasello”), figlio di Liutprando re dei Longobardi, nato intorno all’anno 738. Un ramo di questa famiglia passò in Sicilia nel secolo XIII e si stabilì nel territorio di Piazza Armerina (cognomix.it). In alcuni casi Nasello, e la sua variante Naselli, potrebbero derivare dalla cognominizzazione di soprannome legato al mestiere del capostipite, venditore di pesce, o da altro soprannome del tipo “Johannes de Lamidinia dictus Nasello” o, ancora, dal termine “nasello”, pesce di mare appartenente alla famiglia dei “merluccidae” (merluzzo).

Naselli è diffuso in Sicilia, soprattutto nel Catanese (Catania, Acireale, Misterbianco, ecc.), nell’Ennese (Agira, Regalbuto, Nicosia, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Gangi, Castelbuono, ecc.), nel Messinese (Tusa, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.); Nasello è frequente nel Catanese (Catania, Sant’Agata Li Battiati, Fiumefreddo di Sicilia, Sant’Alfio, Gravina di Catania, Aci Sant’Antonio, ecc.), nell’Ennese (Enna,

Nissoria, Leonforte, Centuripe, ecc.), nel Palermitano, nel Ragusano, nel Siracusano. Famiglie Naselli e Nasello sono presenti anche in Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi - Esistono tracce di questa cognominizzazione nel sec. XII a Genova con Obertus Nasellus che nel 1135 fu cancelliere di Genova. Altro ramo dei Naselli, di origine longobarda, venuto in Sicilia, possedette i principati di Aragona e di Poggioreale, la ducea di Casalnuovo-Gela, i marchesati di Flores e di Gibellina, la contea di Comiso, le baronie di Budigiano, Castellammare del Golfo, Imbrici, Pirrera, Pumo, ecc. GIOVANNI BATTISTA NASELLI (Napoli 25/6/1786-Palermo 3/5/1870) – della nobile famiglia palermitana dei duchi di Gela, fu vescovo di Noto e arcivescovo di Palermo dove morì il 3 maggio del 1870. CARMELINA NASELLI (Catania 4/11/1894 – ivi 13/11/1971), antropologa, critica letteraria, docente universitaria: prima donna ad occupare una cattedra universitaria nella Facoltà di lettere dell’Università di Catania dal 1949 al 1964.

 

NASSISI

Cognome diffuso solo in 50 comuni di alcune regioni italiane: Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Campania, Umbria, Piemonte, Marche. In Sicilia è presente nelle province di Messina, Catania, Enna (nei comuni di Regalbuto ed Agira)

Questo cognome deriva da forme etniche del toponimo Nasso, isola del mare Egeo, o di Naxos, seconda colonia greca (dopo Zancle) fondata in Sicilia dai greci nel 734 a.C.; oggi sito archeologico ricadente nel territorio di Giardini-Naxos in provincia di Messina.

Il cognome è di origine greca, beneaugurante con il significato di “che tu possa vivere a lungo”. Esso è immigrato in Puglia all'epoca della dominazione turca. Una canzone greca “na ziseis” viene cantata ancora oggi nelle feste di compleanno e indica augurio di longevità (cognomi italiani).

 

NATOLI

Il cognome Natoli è di origine orientale o turca e deriva da aferesi del nome greco Anatoli (= gente dell'est, orientale) o dal nome della regione turca Anatolia.

È diffuso in circa 300 comuni italiani, in gran parte siciliani, con ceppi più o meno consistenti nelle altre regioni, Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Puglia, Campania, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nel Messinese (Lipari, Gioiosa Marea, Messina, Santangelo Brolo, San Piero Patti, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Campofelice Roccella, Corleone, Cefalù, Bagheria, Capaci, Trabia, Carini, ecc.), nel Catanese (Paternò, Catania, Riposto, Aci Catena, Adrano, Vizzini, ecc.), nell’Agrigentino (Isole Pelagie, Agrigento, Campobello di Licata, ecc.), nel Siracusano (Augusta, Siracusa), nell’Ennese (Regalbuto)

Riferimenti storici e personaggi - La famiglia Natoli si vuole originaria di Provenza; passata prima in Napoli e poi in Sicilia ai tempi di re Federico II, godette nobiltà in Messina e Palermo. LUIGI NATOLI (Palermo 14/4/1857-Palermo 25/3/1941) – scrittore italiano, autore di romanzi d'appendice con lo pseudonimo di William Galt. GIUSEPPE NATOLI (Messina 9/6/1815- Messina 25/9/1867) – giurista, patriota e politico italiano. UGO NATOLI (Messina 9/2/1915- Roma novembre 1992) – docente e giurista italiano di diritto del lavoro all'Università di Messina e poi di diritto civile all'Università di Pisa. È stato uno dei più grandi giuristi del diritto del lavoro.

 

NERI

Varianti di Neri sono Negrelli, Negrello, Negretto, Negretti, Negri, Negro, Negrini/o, Negroni, Nerini, Nigrelli: tutti cognomi che traggono origine, direttamente o tramite variazioni ipocoristiche o accrescitive, dal cognomen latino Niger e dai suoi derivati medioevali Nigrus e Negro o Nigro, o da soprannomi legati al colore dei capelli o alla carnagione scura. Potrebbero anche derivare dal nome medioevale Neri che in origine sembra nascere per aferesi da nomi quali Ranieri, Guarneri, Maineri. Altra origine potrebbe essere quella dell'ebraico Nerì che significa “il mio lume, la mia luce” usato come diminutivo di Neriel che significa “la mia luce è Dio”. Neri lo si trova all'inizio del Vangelo di Luca dove figura come uno degli antenati di Gesù (3, 23-31). Cognome fra i più diffusi in Italia, Neri è presente in più di 1300 comuni di regioni in gran parte settentrionali, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Lombardia. Con ceppi abbastanza consistenti si trova anche nelle altre regioni, fra cui Sicilia, Calabria, Umbria, Piemonte, Liguria, Marche, Campania, ecc. In Sicilia è noto soprattutto nel Catanese (Adrano, Biancavilla, Catania, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Villabate, Misilmeri, ecc.), nell’Agrigentino (Agrigento, Porto Empedocle, Ribera, ecc.), nel Nisseno (Mazzarino,

Caltanissetta, Sutera, ecc.), nel Siracusano (Avola, Melilli, Lentini, ecc.), nell’Ennese (Piazza Armerina, Regalbuto, Leonforte, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. San FILIPPO NERI (Firenze 1515-Roma 1595) – detto l'Apostolo della città di Roma. Fondò un oratorio in cui si tenevano conferenze religiose e discussioni e si organizzavano iniziative per il soccorso ai malati e ai bisognosi. FRANCESCA NERI (Trento 10/2/1964) – attrice e produttrice cinematografica italiana.

 

NEVE

Cognome diffuso in poco più di 100 comuni sparsi in quasi tutte le regioni italiane, con ceppi più rilevanti in Piemonte, Puglia, Lombardia, Liguria, Sicilia, Lazio. In Sicilia è presente in pochi comuni di alcune province: Caltanissetta (comuni di San Cataldo e Caltanissetta), Catania (Caltagirone), Messina (Rometta), Palermo, Enna (Regalbuto).

Neve è forse cognominizzazione del nome femminile latino Nevia, nome devozionale sostenuto dal culto di Santa Maria della Neve; potrebbe derivare direttamente dal termine “neve”, nome attribuito ad una figlia nata in un giorno in cui stava nevicando o in un inverno particolarmente rigido, o da toponimo intitolato alla Madonna della Neve, frazione e santuario di Frosinone.

 

NICOLOSI

Cognome tipicamente siciliano, originario del Catanese; è un toponimico derivato dal toponimo Nicolosi, probabilmente luogo d’origine del capostipite, e così chiamato dal monastero benedettino di San Nicola che sorgeva fin dal 1359 nel territorio etneo e in cui successivamente sorse l’agglomerato urbano. Nicola deriva dal greco Νικολαος (Nikòlaos), composto da νικη (nike) = vittoria e λεως (leòs) = popolo, folla, latinizzato in Nicolaus, che significa “vincitore fra il popolo”, colui che combatte e vince per il suo popolo. Nicolosi è abbastanza noto in Italia; è diffuso in circa 500 comuni, in gran parte siciliani. Con ceppi meno consistenti si trova anche nelle altre regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Campania, Calabria, ecc. Nell’Isola è diffuso in tutte le province con alte frequenze soprattutto nel Catanese (Catania, Biancavilla, Paternò, San Giovanni La Punta, Adrano, Mascalucia, Misterbianco, Aci Catena, Tremestieri Etneo, Ramacca, Giarre, Santa Maria Licodia, Aci Sant’Antonio, Sant’Agata Li Battiati, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Monreale, Bisacquino, Corleone, San Mauro Castelverde, ecc.), nel Messinese (Messina, Castel di Lucio, San Fratello, Acquedolci, Torrenova, Santo Stefano di Camastra, Roccalumera, Spadafora, Militello Rosmarino, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Alcamo, Pantelleria, Trapani, Vita, Calatafimi, Poggioreale, Salaparuta, Erice, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Caltabellotta, Licata, Agrigento, Burgio, Ribera, Naro, ecc.), nel Siracusano (Melilli, Augusta, Carlentini, ecc.)

Personaggi: ROSARIO NICOLOSI detto RINO (Acireale 28/7/1942- Acireale 30/11/1998), politico italiano. Esponente di spicco della corrente di sinistra della D.C. Fu deputato all’ARS per un quindicennio dal 1976 al 1991 (dall’VIII all’XI legislatura). Nel 1985 fu eletto presidente della Regione Siciliana e tenne tale carica per sei anni, fino al 1991, guidando cinque governi regionali. ROLANDO NICOLOSI (Rosario, Argentina 15/9/1934 – Roma 3/10/2018) – musicista e compositore argentino, nato da genitori italiani, noto anche in Italia. Ha collaborato con il Teatro dell'Opera di Roma e con la RAI, come consulente, maestro di repertorio e collaboratore pianistico.

 

NICOSIA

Cognome abbastanza noto in Italia; è diffuso in circa 480 comuni in gran parte siciliani. Nuclei più o meno consistenti si trovano in altre regioni, come la Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, ecc.

In Sicilia è diffuso in tutte le province con punte più alte in quelle di Catania (36 comuni, Catania, Tremestieri Etneo, Paternò, ecc.), Palermo (31 comuni, Palermo, Roccapalumba, Villabate, ecc.), Agrigento, Messina, Ragusa (10 comuni, Vittoria, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ragusa, ecc.), in provincia di Enna è presente soprattutto nei comuni di Enna, Gagliano Castelferrato, Nicosia, Regalbuto, Catenanuova, Piazza Armerina, Villarosa, Troina, Calascibetta, Agira, ecc. Deriva dal toponimo siciliano Nicosia, comune in provincia di Enna, il quale secondo alcuni è di origine greca; il suo nome significa “città di San Nicola”, Nikòi Oikòs; secondo altri sta a significare “città della vittoria, Nikes Oikòs.

Tracce storiche e personaggi - Una famiglia Nicosia godette di nobiltà in Palermo, Nicosia e Catania. Suoi componenti ebbero il titolo di barone di Filicino e Monserrato (con Vincenzo Nicosia nel 1742/43), barone

di Trigona (con Michelangelo Nicosia nel 1781), riconoscimento del titolo di barone di Filicino e Monserrato (nel 1900 con Vincenzo Nicosia). Risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922

 

NISSORICI

Cognome unico in Italia e in Sicilia; è presente solo nella provincia di Enna, nel comune di Regalbuto. E' sicuramente una forma erroneamente trascritta del cognome più noto, Missorici, al quale si rimanda per rilevarne l'origine.

 

NULLO

Cognome molto raro, tipico dell’Umbria, zona di Terni e Perugia; è presente in circa 30 comuni delle regioni Umbria, Lombardia, Puglia, Piemonte, Campania, Lazio, Friuli. In Sicilia è presente, con qualche famiglia, nella provincia di Palermo (Termini Imerese) e nella provincia di Enna (Regalbuto).

Nullo, in lingua italiana, significa “non valido”, che “non ha alcun valore”, “nessuno”; il cognome potrebbe derivare da soprannome dato ad un capostipite, persona di non grande rilievo. Ma non ne siamo certi

Tracce storiche e personaggi - Un’antica famiglia Nullo sembra abbia abitato a Chioggia ed uno Stefano Pietro sia stato Cancelliere Grande di quella città. Carlo Nullo faceva parte del Consiglio al momento della caduta della Repubblica Veneta, alla fine del secolo XVIII; suo figlio, Francesco, fu podestà di Chioggia. (H.I) - Francesco Nullo (Bergamo 1/3/1826 – Krzykawka, Polonia 5/5/1863) – patriota italiano, partecipò alle Cinque Giornate di Milano e, al seguito di Garibaldi, alla spedizione dei Mille. Morì in Polonia lottando a fianco degli insorti polacchi contro la dominazione russa.

 

OANNI

Cognome raro: la sua presenza viene registrata solo in provincia di Enna, nel comune di Regalbuto. L'Heraldrys Institute of Rome, che si occupa di ricerca delle origini dei cognomi italiani ed europei, ritiene tale cognome noto “da tempo immemorabile nell'Umbria. In un antico codice conservato nell'archivio della comunità di Foligno intitolato 'Reformationes ab anno 1552 a 1554' alla pagina 78, sotto il giorno 19/12/1553, apparisce la elezione fatta in potestà per il seguente semestre di messer Girolamo che dell'istorico Lodovico Jacobilli, si asserisce essere di Rieti, con i soliti pesi ed onori. Un Baldassare Oanni fu presidente di polizia in Bologna”.

In verità Ludovico Jacobilli (1598/1664) nella sua opera “Discorso della città di Foligno” (1), cita un Girolamo Manni (e non Oanni), da Rieti come podestà di Foligno dal 1^ maggio 1554.

Noi crediamo che il cognome Oanni costituisca un'articolazione di un unico ceppo che comprende le forme Joanni, Ianni, Oanni. Queste articolazioni deriverebbero tutte da una modificazione dialettale di forme contratte del nome Joannes o di forme aferetiche del nome Giovanni di cui si ha esempio in un testo del 1308 che riporta ...quilibet eorum in solidum stipulatione solemni promiserunt et convenerunt Ianni Bonaccursi, civi et mercatori florentino de societate Macciorum de Florentia stipulanti ".

 

OCCHIPINTI

Il cognome Occhipinti deriva probabilmente dal soprannome dato agli individui di origine normanna che vivevano in Sicilia e che erano gli unici con gli occhi azzurri o verdi e quindi “pinti” (occhi-pinti); gli altri siciliani, discendendo da arabi, greci e spagnoli, avevano gli occhi scuri.

Occhipinti è presente in circa 350 comuni italiani: in Sicilia con picchi di presenze molto elevati. Seguono poi le altre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Campania, e giù, per numero di presenze, fino alla Valle d'Aosta passando per Puglia, Marche, Sardegna, Calabria, Trentino-Alto Adige, Umbria. In Sicilia è diffuso soprattutto nel Siracusano (Siracusa, Pachino, Francofonte, ecc.), nel Ragusano (Ragusa, Vittoria, Scicli, Comiso, ecc.), nel Catanese (Catania, Caltagirone, Mazzarrone, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Trapani, Paceco, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Trabia, Borgetto, ecc.), nel Nisseno (Gela, Caltanissetta, Delia, ecc.), nell’Ennese (Agira, Regalbuto, Centuripe, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi - MARIA OCCHIPINTI (Ragusa 29/7/1921 – Roma 20/8/1996), ribelle, anarchica e femminista, fu testimone dell'insurrezione popolare di Ragusa esplosa il 6 gennaio 1945 tra corso Vittorio Veneto e via 4 Novembre, contro una nuova chiamata alle armi. Ancora ventitreenne e incinta di cinque mesi, si stese a terra davanti ad un camion militare carico di giovani rastrellati, con l'intento di agevolarne la fuga. Scoppiò un tumulto: i soldati cominciarono a sparare, i popolani resistettero per tre

giorni poi, l'8 gennaio, la Divisione Sabauda “ristabilì l'ordine” e più di cento rivoltosi furono arrestati. Maria Occhipinti fu condannata al confino e al carcere, dove diventò mamma. Dopo aver scontato la condanna viaggiò per diverse città italiane e scrisse, fra l’altro la sua autobiografia “Una donna di Ragusa” con la quale

vinse il Premio Brancati 1976.

 

OLIVA

Oliva e le sue varianti (Uliva, Olivo, Olivi, Ulivi, ecc.), alterati e derivati (Olivella, Olivelli, Olivetti, Olivotto, ecc.) possono avere alla base l’oliva, come frutto, con riferimento a chi produce o vende olive; come colore, derivati da soprannomi riferiti a persone di carnagione olivastra; l’ulivo, come albero, riferito a chi coltiva ulivi. Per molti cognomi, tuttavia, la base potrebbe essere costituita da toponimi formati o derivati da oliva e ulivo (Oliva Gessi, Oliveto, Olivetta San Michele, Oliveri, ecc.). Soprattutto nella Sicilia occidentale può derivare da Sant’Oliva, martire a Palermo, il cui nome fu probabilmente importato dai Normanni (“Olive”, che fra l’altro, fu la figlia di Pipino, è comune nella Francia dell’Alto Medio Evo, nome collegato al culto di Santa Rosalia, rappresentata spesso con un ramoscello di olivo in mano). Oliva è cognome diffuso un po’ ovunque in Sicilia, soprattutto nel messinese (Messina, Milazzo, Roccalumera, Torregrotta, Barcellona Pozzo di Gotto, Rometta, Taormina, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Santa Flavia, Bagheria, Marineo, Cinisi, Cefalù, Misilmeri, Capaci, ecc.), nel Catanese (Catania, Palagonia, Misterbianco, Militello V.C., Mascali, Vizzini, Acireale, ecc.), nel Siracusano (Solarino, Siracusa, Lentini, Floridia, ecc.), nel Trapanese (Marsala, Erice, Campobello di Mazara, Trapani, ecc. ), nell’Agrigentino (Sciacca, Agrigento; Sambuca di Sicilia, ecc.)., nell’Ennese (Enna, Piazza Armerina, Regalbuto, ecc.). Famiglie Oliva sono attestate, inoltre, in tutte le altre regioni italiane, in particolare in Campania, Lombardia, Piemonte, Calabria, Puglia, Lazio, Liguria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Oliva risulta iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliario Italiano del 1922: è originaria di Gaeta e nota fin dal secolo XV; ebbe sede a Gaeta e Napoli. ANTONIO OLIVA (L’Avana 19/6/1827 – Roma 14/5/1886), politico, patriota, docente di Diritto Costituzionale e di Diritto all’Università di Parma. Politicamente si riconobbe nell’ideale mazziniano dell’Italia unita ed indivisibile. PATRIZIO OLIVA (Napoli 28/1/1959) ex pugile, considerato uno dei maggiori campioni della storia del pugilato italiano

 

ORLANDO

Il cognome Orlando è un adattamento del nome di origine germanica Hrodland (o Hruodolandus), composto da hrod (fama) e land (terra), e significa “terra famosa”, ma anche “che dà fama, gloria alla sua patria”. Il nome è noto per essere stato portato da Orlando (o Rolando), protagonista dei poemi cavallereschi, celebre paladino caduto a Roncisvalle nella lotta contro i Mori.

In Italia ci sono più di seimila famiglie Orlando sparse in più di 1500 comuni; il cognome è specifico del centro-sud, in particolare Sicilia, Puglia (zone Lecce - Taranto), Campania (Napoli, Salerno), ma ha ceppi consistenti anche in Lombardia (Milano, Varese), Piemonte (zona Torino), Calabria (Reggio Calabria, Cosenza, Lazio (Roma), Veneto, Abruzzo, Friuli -Venezia Giulia, Toscana, Basilicata, Liguria (zona Genova). Nell’Isola il cognome è presente in tutte le province, soprattutto nel Palermitano (con 53 comuni, fra cui Palermo, Prizzi, Corleone, Santa Flavia, Terrasini, Bagheria), nel Messinese (46 comuni, fra cui Messina, Patti, Oliveri), nel Catanese (28 comuni, fra cui Catania, Misterbianco, Paternò, Gravina di Catania), nell'Agrigentino (Ribera, Ravanusa, Licata, Canicattì, Agrigento, ecc.), nel Trapanese (Alcamo, Trapani, Castelvetrano, Marsala, ecc.), nel Nisseno (San Cataldo, Gela, Caltanissetta, ecc.), nell’Ennese (Agira, Valguarnera Caropepe, Piazza Armerina, Regalbuto, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Il ramo siciliano degli Orlando, storica e nobile famiglia, nota fin dal XV secolo nelle città di Caltagirone, Salemi, Palermo, Alcamo, ebbe numerosi illustri esponenti in vari centri siciliani, fra cui un MATTEO ORLANDO (Carini 1610 – Cefalù 1695) che fu generale dell'ordine dei Carmelitani e vescovo di Cefalù dal 25/6/1674 al 13/11/1695; VITTORIO EMANUELE ORLANDO (Palermo 1860 – Roma 1952) – politico e giurista italiano; deputato, più volte ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri dopo la disfatta di Caporetto. Con il fascismo mantenne un atteggiamento possibilista, ma dopo l'uccisione di Matteotti si ritirò a vita privata.; nel 1946 venne eletto alla Costituente e fu senatore di diritto dal 1948 al 1952. LEOLUCA ORLANDO (Palermo 1/8/1947) – politico e avvocato, già sindaco di Palermo.

 

OTTIMO

Cognome molto raro, diffuso in circa 20 comuni sparsi in diverse regioni italiane; concentrato soprattutto in Sicilia, ha diramazioni anche nelle regioni Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, Liguria, Puglia, Umbria. In Sicilia è presente nell'Ennese (comuni di Enna e Regalbuto), nel Catanese (Motta Sant’Anastasia), nel Ragusano (Modica), nel Siracusano (Lentini).

Questo cognome deriva dall'aggettivo latino “optimus” (italianizzato in ottimo), con il quale si indica il meglio relativamente a qualità materiali, morali e a capacità professionali. Può essere considerato un cognome di origine augurale con il significato di “che sia sempre il migliore”.

Tracce storiche e personaggi – Marco Ulpio Nerva Traiano (Italica 18/9/1953 – Selinus in Cilicia 8/8/117) – fu imperatore romano dal 98 al 117; la sua popolarità fu tale che il senato gli concesse il titolo onorifico di “optimus”, il migliore

  

17. I cognomi  dell’ennese: Musumeci, Di Matteo, Migliore, Greca, di Francesco Miranda

Musumeci

Cognome molto diffuso nella zona etnea e sparso in 367 comuni di tutt'Italia, in particolare nel meridione (Sicilia, Calabria, ecc.) e poi in Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Catania (in 46 dei 58 comuni della provincia, fra cui Catania, Giarre, Acireale, Misterbianco, Mascali), Siracusa (in 16 dei  25 comuni della provincia, fra cui Siracusa, Melilli, Augusta), Messina (23 comuni, Messina, Francavilla di Sicilia, ecc.), Palermo (10 comuni), Ragusa (Scicli), Enna (Agira, Nissoria), ecc.

Secondo il Pensabene, Musumeci deriva dal greco “mèsos” o “méhos” = mezza altezza, bassa statura; potrebbe essere collegato al termine arabo “mishmish” = albicocca (Miccichè) o, forse, è una cognominizzazione di un nome armeno (Mushel) il cui diminutivo “Mushelik”, è stato prima grecizzato in “Musulice”, quindi italianizzato in “Musuleci”, da cui il siciliano Musumeci (A.Musumeci).

Tracce storiche e personaggi - Questo cognome è molto noto ad Acireale dove compare fin dal 1500 nella forma latina Musumechi.  SEBASTIANO (NELLO) MUSUMECI (Militello Val di Catania 21/1/1955) – giornalista, scrittore, parlamentare e presidente della provincia di Catania dal 1994 al 2003; attualmente deputato regionale per la lista Musumeci.

Di Matteo

Di Matteo è un cognome patronimico dove il “di” sta per “il figlio…di”, riferito a capostipite il cui padre si chiamava Matteo, nome proveniente dall’ebraico “Matithya”, composto da “matag (dono, regalo) e da “yah” (abbreviazione di yahweh); significa “dono di Dio”. Il cognome è diffuso soprattutto al sud, con ceppi principali in Basilicata, Campania, Puglia e ceppi minori nelle restanti regioni meridionali; piccoli nuclei si trovano in altre regioni italiane, Lombardia, Lazio, Piemonte, ecc. In Sicilia è presente in quasi tutte le province, in particolare nel palermitano (Palermo, Altofonte, Monreale, ecc.), nel trapanese (Calatafimi, Mazara del Vallo, Marsala, ecc.), nel messinese.

Tracce storiche e personaggi. GIUSEPPE DI MATTEO (1981/1996), figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo (Altofonte 17/12/1954), ex mafioso della famiglia di Altofonte. Il ragazzo, dodicenne, fu rapito il 23.11.1996 da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca. Divenne vittima di una vendetta trasversale per far tacere il padre: il suo corpo venne disciolto in una vasca di acido nitrico. NINO DI MATTEO (Palermo 1961), magistrato dal 1991, procuratore della Repubblica presso la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Caltanissetta dal 1992 al 1999 e pubblico ministero della DDA di Palermo dal 1999. Ha indagato sulle stragi dei magistrati Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e sull’omicidio del giudice Antonino Saetta. È stato P.M. in numerosi processi a carico di mafiosi e fiancheggiatori di Bernardo Provenzano; si è occupato dei rapporti fra mafia, politica e istituzioni e dei processi al senatore Cuffaro, ad Ignazio D’Antone, funzionario dei servizi segreti, alla “talpe” presso la procura di Palermo. Attualmente è membro del pool che si sta occupando del processo sulla “trattativa” Stato-mafia in cui sono imputati, oltre ai boss Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà, anche collaboratori di giustizia (Giovanni Brusca), politici (Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri), ex ufficiali dei Ros (Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno) e Massimo Ciancimino: per questo recentemente è stato oggetto di minacce di morte da parte del capomafia Totò Riina.

16. I cognomi dell’ennese: Alloro, Pizzuto, Burrafato, Oieni, di Francesco Miranda

Alloro

Alloro deriva dal nome medievale ALLORO/ALLORA (caduto in disuso) connesso con LAURUS, pianta aromatica appartenente alla famiglia “lauraceae”, diffusa nelle zone di clima mediterraneo. Nella mitologia greco-romana l’alloro era una pianta sacra e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi olimpici e costituiva il massimo onore per un poeta che diveniva un “poeta laureato”.

Il cognome Alloro ha nuclei più consistenti in Sicilia, in Campania (nelle zone di Benevento, Salerno, Napoli) e in Veneto (veronese e vicentino) e presenze  rade in alcune altre regioni italiane (Piemonte, Lazio, Liguria, Abruzzo, ecc.): nella nostra Isola è presente nell’agrigentino (Menfi, Sciacca, Sambuca di Sicilia), nel palermitano (Altavilla Milicia, Marineo, Palermo), nel siracusano (Carlentini, Lentini), nell’ennese (Enna), nel trapanese (Marsala), nel catanese, nel nisseno.

Riferimenti storici e personaggi. MARIO ALLORO (Enna 9/9/1960), laurea in giurisprudenza, dirigente IRSAP (Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive); deputato regionale del P.D, componente della VI Commissione – Servizi sociali e della I Commissione – Affari costituzionali, dalla quale si è dimesso nell’ottobre del 2013. E’ stato consigliere comunale ad Enna e assessore PSI e, dal 2008 al 2013,  consigliere provinciale. Al parlamento regionale, in questa XVI legislatura, è primo firmatario di tre disegni di legge: n.454/13 – Norme in materia di disciplina delle guide turistiche; n,631/13 – Nuove norme in materia di interventi di ristrutturazione edilizia; n.757/14 – Semplificazione e riordino della normativa in materia di edilizia abitativa sociale, soppressione degli IACP e istituzione delle Agenzie siciliane per l’edilizia pubblica; è cofirmatario di altri 20 disegni di legge di argomenti vari.

Pizzuto

Il cognome Pizzuto dovrebbe derivare dal nome di località legate al termine “pizzo” (cima) e starebbe ad indicare la provenienza del capostipite da una località montana, come, ad esempio, Monte Pizzuto, montagna dei monti Sabini, nel subappennino laziale, o Castelpizzuto, comune in provincia di Isernia, nel Molise. Non è escluso che, almeno per il ceppo siciliano-meridionale, il cognome provenga dal  termine dialettale “pizzuto” che significa pungente, arguto, pronto, vispo, presuntuoso, ecc.; in tal caso sarebbe riferito al comportamento del capostipite o della sua famiglia. Pizzuto è diffuso soprattutto in Sicilia, ma anche in Puglia, Molise, Calabria, Lazio, Piemonte, Lombardia e in quasi tutte le altre regioni italiane. Nella  nostra Isola è presente in particolare nel messinese (Ficarra, Capo d’Orlando, Messina, ecc.), nel palermitano (Castronovo di Sicilia, Casteldaccia, Villalba, ecc.), nel catanese (Catania, Motta Sant’Anastasia, San Giovanni La Punta, ecc.), nell’agrigentino (Campobello di Licata, Santo Stefano Quisquina, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Gela, Butera, ecc.); nell’ennese è noto a Leonforte, Agira, Nicosia.

Riferimenti storici e personaggi. Nelle “Memorie storiche dei cardinali della Santa Romana Chiesa” scritte da Lorenzo Cardella nel 1792, si cita un cardinale GIOVANNI PIZZUTO, vissuto nel XII secolo e morto nel 1180, nel penultimo anno del pontificato di Alessandro III. Di lui si dice che restituì al suo lustro l’Abbazia di San Pietro all’Altare di Napoli e, a sue spese, fece fabbricare un grande edificio che utilizzò come sede dell’Istituto dei Canonici regolari e vi nominò come superiore l’abate Niccolò, canonico di San Vittore a Parigi. ANTONIO PIZZUTO (Palermo 14/5/1893 – Roma 23/11/1976), scrittore provvisto di larga cultura umanistica con accentuati interessi linguistici e filosofici. Si fece conoscere come scrittore in età avanzata, dopo la pensione di funzionario statale. Nelle sue opere c’è la lezione futurista ma anche gli influssi di Joyce, Gadda, il “nouveau roman”. Dopo la laurea in giurisprudenza nel 1915 e in filosofia nel 1922, si arruolò nella polizia di Stato distinguendosi nella caccia agli antifascisti. Nel dopoguerra fu vicequestore a Trento, questore a Bolzano e ad Arezzo e vicepresidente della Commissione Internazionale di Polizia Criminale (Interpol), con sede a Vienna e soggiorni in Francia, Inghilterra, Germania. ANGELO PIZZUTO, presidente del parco delle Madonie: il  C.G.A.(Consiglio di Giustizia Amministrativa) lo ha reintegrato nel suo incarico dopo il lungo contenzioso con il governatore della Sicilia Rosario Crocetta che lo aveva sospeso per due volte per presunte irregolarità nella gestione dell’Ente. Angelo Pizzuto era stato nominato prima commissario, poi presidente del parco delle Madonie, nel 2012 dall’allora governatore Raffaele Lombardo.

15. I cognomi dell’ennese: Incudine, Federico, Alessi,  Colaleo, di Francesco Miranda

INCUDINE

Incudine è un cognome molto raro, presente solo in pochi comuni di alcune regioni italiane, in Lombardia (Legnano, Milano), in Liguria (Genova, San Remo), in Lazio (Roma, Anzio), in Campania (nel napoletano, Sant’Agnello, Piano di Sorrento), in Basilicata, in Sicilia (Enna, Catania); deriva dal toponimo “Incudine”, piccolo comune  della Val Camonica, in provincia di Brescia, cognomizzazione probabilmente riferita a capostipite proveniente da quella località.

Tracce storiche e personaggi. Alcuni storici fanno derivare il nome di Incudine da “encosen” (incudine), il noto attrezzo usato dai fabbri; un’antica leggenda locale vuole che il paese sia stato fondato in epoca post -romana o nel basso medioevo, come campo di raccolta e di sorveglianza per schiavi (da cui il nome “incudine”  per indicare il grosso blocco d’acciaio su cui venivano ribattuti i ferri che incatenavano i condannati). Altri studiosi sono propensi verso una etimologia che fa riferimento ad “anchusa”, una pianta erbacea, o a “incudo” (= fatto con il ferro). Una  versione più recente  collega il nome alla conformazione o alla aridità del suolo, da “incusine” ( = terre incolte).

MARIO INCUDINE (Enna 2/6/1981), cantante, attore, musicista e autore di colonne sonore. La critica lo riconosce interprete di “un modo nuovo di cantare la Sicilia tra il cantastorie e il cantautore”. Vincitore nel 2009 del X “Festival  della Nuova Canzone Siciliana” organizzato da Antenna Sicilia al teatro ABC di Catania, l’anno dopo, nel 2011, ebbe il premio della critica. Nei vari anni si è esibito nei più prestigiosi festival di world music, in Italia e in molti paesi europei, ma anche in Cina, in Messico, negli Stati Uniti. In un anno ha tenuto più di cento concerti. Vanta varie presenze anche in televisione, su Antenna Sicilia, Rete 4, Rai2. Nel 2013 ha realizzato il videoclip “Li culura”, scritto e diretto da Davide Vigore. Attualmente è direttore artistico del Teatro Garibaldi di Enna

FEDERICO

Federico proviene dal nome germanico FRITHURIK, composto da FRITHU ( = pace, sicurezza) e RIKYA ( = potente), con il significato di “potente nell’assicurare la pace”. Si arriva all’attuale italiano Federico attraverso il latino medioevale Fredericus o Frederigus, tradotto nell’antico italiano Frederigo e Frederico. Il cognome Federico, presente in prevalenza nel centro-sud (Campania, Sicilia, Calabria, Lazio, Abruzzo, ecc.), ha come variante Federici, noto soprattutto nel centro-nord (Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio). In Sicilia Federico è diffuso in particolare nel palermitano (Caltavuturo, Alimena, Petralie, ecc.) e nel messinese (Messina, Spadafora, Villafranca Tirrena, ecc), ma ha nuclei abbastanza consistenti anche nelle altre province: nell’agrigentino (Licata, Cammarata. San Giovanni Gemini, ecc.), nel catanese (Caltagirone, Catania, Santa Venerina, ecc.),  nel nisseno (Gela, Acquaviva Platani, Butera, ecc.), nell’ennese (Agira, Pietraperzia, Enna)

Riferimenti storici e personaggi.  In Sicilia si ha memoria di una famiglia Federico fin dal XIII secolo con Guglielmo, cavaliere di Butera, e Raynaldo, cavaliere di Mineo. Un Federico nel 1370 acquistò il feudo di Cefalà e forse è lo stesso che nel 1367 tenne la carica di pretore di Palermo; un Antonino ottenne il diritto del grano (prelievo di una percentuale in moneta) sul caricatore (silos) di Sciacca. Tanti esponenti di questa famiglia ebbero cariche prestigiose, come Antonio Federico che fu conte di San Giorgio, “secreto interinale” di Palermo nel 1731, governatore della Compagnia della Pace nel 1715, primo conte di Villalta, deputato del Regno di Sicilia nel 1738/48.(Nobiliario di Sicilia).

14. I cognomi dell'ennese: Fiamingo, Carlotta, Dante, di Francesco Miranda 

Fiamingo

Fiamingo (raro Fiammingo) è un cognome etnico delle Fiandre, regione settentrionale dell’attuale Belgio, probabilmente riferito a capostipite proveniente da quella località. Fiamingo è diffuso soprattutto in Sicilia, nel catanese (Aci Catena, Catania, Aci Sant’Antonio, Acireale, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Lentini), nel messinese (Messina,  Motta Camastra, Giardini Naxos, Letoianni),  nel palermitano (Palermo, Petralia Soprana), nell’ennese (Enna), nel ragusano; con piccoli nuclei esso è presente anche in Calabria, Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Fiamingo è un’antica famiglia calabrese propagatosi in seguito in altre regioni italiane; si ricorda che Papa Adriano VI (1459-1523), nato Adriaan Florenszoon Boeyens, in molti testi è citato come “Papa Adriano Fiamingo”. Giuseppe Fiamingo (Riposto 20/4/1876 / ?), Laurea in Scienze Economiche e Commerciali, giornalista pubblicista. E’ stato deputato alla Camera nella XXV Legislatura del Regno d’Italia, dal 1/12/1919 al 7/4/1921.

Rossella Fiamingo (Catania 14/7/1991), schermitrice italiana specializzata nella spada, campionessa del mondo di spada individuale. Ha conquistato l’oro individuale ai mondiali svoltisi nel luglio scorso  a Kazan, città capitale del Tatarstan (Russia) e il  bronzo a squadre (con Mara Navarria, Bianca Del Carretto, Francesca Quondamcarlo), nella stessa manifestazione. Rossella Fiamingo, che ha iniziato la sua carriera internazionale vincendo a Novi Sad (Serbia) nel 2007 il titolo europeo cadetti individuale e conquistando il titolo mondiale ad Acireale nel 2008, annovera fra i suoi più recenti riconoscimenti: un oro individuale ai Giochi del Mediterraneo di Mersin (Turchia) , nel 2013; oro a squadre ai Campionati Italiani Assoluti 2012 di Bologna; oro individuale e 4^ posto a squadre ai Campionati Italiani Assoluti 2013 di Trieste; argento individuale e oro a squadre ai Campionati Italiani Assoluti di Acireale nel giugno scorso.

Carlotta

Cognomizzazione del nome Carlotta, variante italiana femminile di Carlo passata dalla forma francese Charlotte, femminile di Charles. Carlo deriva dal tedesco Karl che significa “uomo libero”; Carlotta, molto probabilmente, è un matronimico, riferito cioè a un capostipite “figlio di… Carlotta”. Si tratta di un cognome molto raro, diffuso soprattutto in Sicilia, nel trapanese (Trapani, Paceco, Marsala, Salemi), nel nisseno (Montedoro, Caltanissetta), nel palermitano (Palermo, Alimena, Corleone), nel siracusano (Floridia, Canicattini Bagni, Augusta), nel ragusano (Ragusa, Modica), nell’ennese (Villarosa, Calascibetta, Enna). Con piccoli nuclei è presente anche in Lombardia, Campania, Lazio, Emilia-Romagna e qualche altra regione italiana.

Riferimenti storici e personaggi. Il Mugnos ritiene questa famiglia originaria della Carinzia, passata a Trapani e poi a Palermo, dove godette di nobiltà: un Bernardo Carlotta nel 1420 fu giurato di Trapani e un Francesco Carlotta occupò lo stesso incarico negli anni 1499- 1517/18 - 1522/23. La famiglia vanta vari cavalieri di Malta e di Santo Stefano. Daniele Carlotta, di Modica (RG), classe 1985, fashion designer emergente con showroom a Milano, il prestigioso Studio Zeta; qui vengono ideate e realizzate oggi le sue creazioni, conosciute in tutto il mondo e che hanno vestito celebrità come Lady Gaga, Lana Del Rey, Bianca Balti, Belen Rodriguez: a quest’ultima Daniele  ha fornito il vestito del matrimonio. Approdato a Milano nel 2005, dopo un’infanzia e una giovinezza vissute nella sartoria di famiglia, sostenuto dalla madre, commerciante di tessuti, Daniele frequenta un corso di styling presso l’Istituto Europe di Design, corso che continua e conclude a Roma, dove sviluppa e consolida il suo forte senso estetico. Nel 2011 viene selezionato per lo Spiga2 , store multibrand ideato da Dolce e Gabbana nel 2010 che promuove e aiuta giovani designer emergenti da tutto il mondo e da qui inizia il suo progetto; oggi le sue collezioni sono vendute in più di 100 rinomati negozi di tutto il mondo.

13. I cognomi dell’ennese: Pizzuto,  Scimè,  Ferlauto , di Francesco Miranda

Pizzuto

Il cognome Pizzuto dovrebbe derivare dal nome di località legate al termine “pizzo” (cima) e starebbe ad indicare la provenienza del capostipite da una località montana, come, ad esempio, Monte Pizzuto, montagna dei monti Sabini, nel subappennino laziale, o Castelpizzuto, comune in provincia di Isernia, nel Molise. Non è escluso che, almeno per il ceppo siciliano-meridionale, il cognome provenga dal  termine dialettale “pizzuto” che significa pungente, arguto, pronto, vispo, presuntuoso, ecc.; in tal caso sarebbe riferito al comportamento del capostipite o della sua famiglia. Pizzuto è diffuso soprattutto in Sicilia, ma anche in Puglia, Molise, Calabria, Lazio, Piemonte, Lombardia e in quasi tutte le altre regioni italiane. Nella  nostra Isola è presente in particolare nel messinese (Ficarra, Capo d’Orlando, Messina, ecc.), nel palermitano (Castronovo di Sicilia, Casteldaccia, Villalba, ecc.), nel catanese (Catania, Motta Sant’Anastasia, San Giovanni La Punta, ecc.), nell’agrigentino (Campobello di Licata, Santo Stefano Quisquina, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Gela, Butera, ecc.), nell’ennese (Leonforte, Agira, Nicosia)

12. I cognomi dell’ennese:  Caramanna,  Marotta, Volante, di Francesco Miranda

Caramanna

Il cognome Caramanna ha due ceppi: il ceppo siciliano che probabilmente deriva da “Caramania” regione dell’Asia Minore, posta di fronte all’isola di Cipro, luogo di origine dei capostipiti o luogo da cui gli stessi erano ritornati dopo aver partecipato alla Crociate.; il ceppo piemontese che dovrebbe derivare da nomi di località come Caramagna di Imperia, Caramagna di Monsacco, nell’alessandrino o Caramagna Piemonte nel cuneese. Caramanna è diffuso maggiormente in Sicilia, in quasi tutte le province, in particolare nel catanese (Catania, San Giovanni La Punta, Acicatena, ecc.), nel nisseno (San Cataldo, Delia, Caltanissetta, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Favara, Agrigento), nell’ennese (Agira, Enna); è diffuso anche nel Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, e in qualche altra regione italiana.

Tracce storiche e personaggi.  Secondo lo storico Filafelfio Mugnos (Lentini 1607/Palermo 1675), Caramanno fu una famiglia nobile di Noto alla quale appartenne un Giovanni Caramanno, “cammariero” del re Ludovico dal quale ebbe molti beni; li perdette però   a causa della sua partecipazione alla ribellione dei baroni. Tali beni furono recuperati dal figlio Antonio che possedette mezzo feudo della Baronia di Mazzarrone, nel territorio di Caltagirone. A lui succedette la figlia Giovanna che  ottenne conferma del feudo e che poi donò al monastero di Noto.

Marotta

Si tratta di un cognome diffuso in tutte le regioni del sud, soprattutto  in Campania (nel napoletano, nel salernitano, nel casertano) e in Sicilia, in tutte le province, in particolare nell’agrigentino (Favara, Sciacca, Aragona, ecc.), nel catanese (Catania, Misterbianco, Palagonia, ecc.), nel messinese (Messina, Naso, Sant’Agata Militello, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Priolo, ecc.), nell’ennese (Pietraperzia, Barrafranca, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera Caropepe, Enna, Villarosa, Calascibetta, Leonforte). Con nuclei più modesti è presente anche in Lombardia, Puglia, Lazio, ecc.).  Il cognome dovrebbe derivare da toponimi come Marotta (località balneare in provincia di Pesaro-Urbino) che, a sua volta, si rifà al latino “Mala rupta” o “Mauri rupta”. Secondo il Minervini Marotta dovrebbe derivare dal veneto “Marota” che significa “vivaio, recipiente per le anguille; o dal calabrese “marrotta” = cesta rotonda da frutta; o dal dialetto napoletano “marotta” = uccello, pica; o da vezzeggiativo del vocabolo dialettale napoletano “maro” = infelice, misero. Secondo il Rohlfs Marotta è italianizzazione del cognome francese “Marotte”.

Tracce storiche e personaggi. GIUSEPPE MAROTTA (Napoli 5/4/1902 – 12/10/1963), scrittore e sceneggiatore. La sua carriera è stata divisa fra giornalismo e scrittura: la sua opera letteraria è folta e continua. Ha collaborato con Tribuna Illustrata e il Corriere della sera; è stato redattore  presso la Arnoldo Mondadori Editore e poi alla Rizzoli. Per il cinema ha scritto soggetti e sceneggiature cinematografiche e teatrali in collaborazione con De Sica, Zavattini,  Ettore Giannini, Mario Soldati, Edoardo De Filippo, Francesco De Feo; fu critico cinematografico per l’Europeo fino alla morte. GERALDO MAROTTA (Napoli 26/4/1927), avvocato e filosofo italiano. Per i suoi contributi al mondo della filosofia ha avuto moltissimi riconoscimenti da università italiane ed internazionali; gli è stata conferita la laurea ad honorem in filosofia dall’Università agli Studi di Bieleferd (Germania), dall’Università Erasmus di Rotterdam, dalla Sorbona di Parigi, dalla Seconda Università di Napoli; in pedagogia dall’Università agli Studi di Urbino. Ha ricevuto la Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e il Diploma d’onore del Parlamento Europeo per l’opera svolta in favore della cultura europea. Nel 1975 fondò l’Istituto italiano per gli Studi filosofici di cui ancora è il presidente e al quale ha donato la sua biblioteca, ricca di più di 300 mila volumi.

Volante

Si tratta della cognomizzazione del nome medioevale femminile Volante, probabilmente portato da una capostipite: è quindi una forma matronimica nata da un’alterazione del medioevale Violante indicato come forma originale di Iolanda, derivato da “viola”, cioè “di colore viola” o “simile alla viola”. Potrebbe anche essere un incrocio tra il francese antico Yolant e l’italiano Viola.

Volante è diffuso soprattutto nel Lazio (fra Frosinone e Roma), in Piemonte (fra il torinese e l’alessandrino), in Sicilia, dove è presente in particolare nel nisseno (Mussomeli, Marianopoli, Santa Caterina Villarmosa), nell’ennese (Enna, Villarosa, Pietraperzia), nel messinese (Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Acquedolci, Terme Vigliatore), nel palermitano (Castellana Sicula, Misilmeri, Termini Imerese, ecc.). Con piccoli nuclei è diffuso anche in altre regioni italiane (Lombardia, Abruzzo, Campania, Liguria, Veneto, ecc.)

Tracce storiche e personaggi. UMBERTO VOLANTE, scultore italiano; nato nel 1925 a Cona, in provincia di Venezia, si è formato artisticamente a Venezia, dove ha frequentato l’Istituto d’Arte dei Carmini e poi il Magistero d’Arte e l’Accademia delle Belle arti. Nel 1948 ha iniziato la sua attività di scultore nel suo studio di Merano (Bolzano). Esperto in molte tecniche plastiche quali maiolica, mosaico, bronzo, metallo sbalzato, ma anche nelle tecniche pittoriche dell’affresco e del graffito e nelle tecniche grafiche della xilografia, a Merano, dove risiede stabilmente, ha ampliato e approfondito l’uso di mezzi espressivi come lo smalto su bronzo, lo strappo di affresco, lacca su legno, ecc.: le sue opere sono note in molte città italiane e straniere.

 

 

 

 

11. I cognomi dell’ennese:  Pignato,  Lo Bello, Fiasconaro, Naso, Cersosimo di Francesco Miranda

Pignato

E’ un cognome tipico siciliano con qualche presenza in Piemonte (nel torinese), nel Lazio, nell’Emilia-Romagna, Liguria, Veneto e in poche altre regioni italiane. In Sicilia è diffuso nell’ennese (Gagliano Castelferrato, Villarosa, Enna, Pietraperzia, Barrafranca), nel siracusano (Avola, Siracusa, Augusta, Floridia), nel catanese (Grammichele, Adrano, Catania), nel nisseno (Santa Caterina Villarmosa, Caltanissetta, San Cataldo), e, con piccoli nuclei, anche nelle altre province.

Tracce storiche e personaggi. Secondo alcune ricerche storico-araldiche Pignato è antica e nobile famiglia originaria di Genova: suoi esponenti  furono un Giovanni, anziano della Repubblica nel 1270; Lanfranco, Ammiraglio della Repubblica e ambasciatore presso il papa nel 1270, Antonio che nel 1383 fu accolto dalla famiglia Imperiale, per cui i suoi discendenti assunsero quest’ultimo cognome. Pignato Luca (Caltanissetta 1892 – Palermo 1955), poeta, saggista, giornalista; fu direttore di “Cronache Nazionali” ; importanti i suoi studi sulla letteratura francese. La sua poesia subì l’influsso dei simbolisti, Mallarmé in particolare, poi si indirizzò verso temi religiosi.

Lo Bello

Lo Bello ha alcune  varianti,  Belli, Bello, Lobello ecc.: cognomi tutti che derivano da soprannome, divenuto in seguito nome augurale medioevale, “Bellus”, e riferito a caratteristiche fisiche del capostipite. Il cognome Lo Bello è diffuso nel meridione, soprattutto in Sicilia, ma anche in Calabria, Campania, Puglia; nell’isola è presente in tutte le province, con frequenze più consistenti nell’agrigentino (San Giovanni Gemini, Agrigento, Racalmuto, Canicattì, ecc.), nel palermitano (Palermo, Capaci, Sciara, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Pachino, ecc.) nel trapanese (Castelvetrano, Campobello di Mazara, Trapani, ecc.); nell’ennese è presente nei comuni di Pietraperzia e Piazza Armerina.

Tracce storiche e personaggi.  Tracce di questo cognome si trovano a Bergamo nel 1400 con un “Cristoforus  dictus Bellus filius quondam Pedrini  Bardelle de Rota…”, e nel 1100 con il notaio “Petrus Bellus filius Johannis Rastelli de Osenago civitatis Mediolani notarius”.

10. I cognomi dell’ennese: Basilotta, Cannarozzo, Arcadipane, Micalizzi, di Francesco Miranda

Basilotta

Variante alterata di Basile, che deriva dal latino Basilius, adattamento del greco Basileos (Βασιλη), nome che si era affermato in Italia già nell’alto medioevo per il prestigio e il culto di San Basilio il Grande di Cesarea, vissuto nel IV secolo (De Felice). Probabilmente il capostipite apparteneva alla corte di un “basileus” bizantino o anche semplicemente al suo entourage (Vezzelli).

Basilotta è cognome frequente nel sud, in Sicilia è presente nell’ennese (Assoro, Nicosia, Leonforte, Nissoria, Piazza Armerina), nel catanese (Catania, Castel di Judica, Mirabella Imbaccari, Paternò), nel messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Monforte San Giorgio), nel palermitano (Palermo,Termini Imerese). Con modesti nuclei è presente anche in altre regioni italiane, Lazio, Toscana, Piemonte, Lombardia, ecc.

Tracce storiche e personaggi. Basilotta fu nobile famiglia di Nicosia; con Carlo (1645/1672) possedette il feudo di S.Andrea ed il titolo di barone di cui fu investito il 29/12/1948. Ancora il 31 gennaio 1663, Carlo fu investito del titolo di barone e di sette altri feudi: Sugarita, Gorgo, Cacchino, Cologno, Nasco, Larbano e Carotta, dei quali, alla sua morte, si impossessarono i Padri Minori. A Carlo Basilotta è intitolato il civico ospedale di Nicosia.

9. I cognomi dell’ennese: Cucè, Muscarà, Viavattene, Termini, di Francesco Miranda

Cucè

Cucè è un cognome frequente fra l’antica comunità ellenica dello stretto, Messina e Reggio Calabria; deriva dal termine greco “κουκι”, che significa “fava” ed è riferito al soprannome di un capostipite che coltivava o vendeva fave, equivalente a “favaro, favara”.

Il cognome è comune nella Sicilia orientale, nel catanese (Catania, San Giovanni La Punta, Gravina di Catania, ecc.), nel messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Rometta, ecc.), nel siracusano (Noto, Siracusa, Buscemi, Melilli, ecc.), ma è presente anche nel palermitano (Palermo, Marineo, Lascari), nell’ennese (Piazza Armerina), nell’agrigentino, nel ragusano (Scicli). Nuclei di modesta consistenza sono presenti in Calabria (fra Reggio Calabria e Catanzaro), in Lombardia (nel milanese e nel bergamasco), in Piemonte, Liguria, Lazio, Campania, ecc.

Tracce storiche e personaggi. Cucè è una famiglia di origine francese: fra i suoi esponenti viene ricordato Jean de Dieu-Raymond de Boisgelin De Cucè (Rennes 27/2/1732 – Angervillies 22/8/1804), cardinale e arcivescovo cattolico francese; fu vescovo di Lavaur nel 1765, poi arcivescovo di Aix nel 1801, infine arcivescovo di Tours nel 1802. Papa Pio VII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 17/1/1803.

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